martedì 18 dicembre 2012

Testimonianza di un inizio...



Pubblichiamo la splendida testimonianza di Sara, una ragazza che da ieri, insieme a Giulia e Davide, è stata accolta nella nostra fraternità!

"Avere l’opportunità di ritirarsi – anche per poco – dal resto del mondo per concentrarsi solamente sulle cose importanti, quelle intime, quelle frutto della meditazione, quelle  “saporite” insomma,  è un grande dono, specie in periodi dell’anno così importanti come l’Avvento. Avere l’opportunità di ritirarsi insieme, come fraternità, in modo tale da unire alla propria voce quelle di altri, è proprio una Grazia. E se è vero che bisogna amare solo ciò che veramente è prezioso, beh, ho amato questi giorni trascorsi al convento della Madonna delle Vertighe, a Monte San Savino.

Forse è nella parola “semplicità” che più si rispecchiano le tante emozioni provate in questi due giorni: la semplicità dello stare insieme, del pregare, del silenzio. Eppure sappiamo bene che è proprio nella semplicità la chiave di tutte le cose, ed è nella semplicità che più spesso ho incontrato il Signore.
Insieme ad una Maria che mai può apparire “mamma” come in questo periodo, bellissima con il suo pancione, e a Giovanni che ci grida “viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali.” (Lc 3,16-17)   la parola “attesa” ha preso tutte le forti e dolci sfumature dell’Avvento e mi ha accompagnata in tutti i momenti di preghiera.

Fra tutti gli spunti e le attività proposte il punto centrale è stato comunque il silenzio; si sa che durante il periodo natalizio siamo tutti un po’ presi, ci sono tante cose da fare, tutti così troppo indaffarati per fermarsi e pensare: “cavolo, è proprio fra pochi giorni che il Signore ci si presenterà ancora, che si farà UOMO per salvarci tutti!”. Ecco, io ho avuto la possibilità di fermarmi e pensarlo. E ammutolire di fronte ad un mistero così grande e così bello; E rendermi conto di quanto desideravo il Suo perdono, prima di ogni altra cosa. Il nostro ritiro aveva come scopo anche la preparazione alla mia accettazione nella GiFra e… beh, è stato naturale pensare che la prima cosa che volevo mi venisse donata fosse il Perdono. Non so, ma è bello iniziare tutto da questo:  è quando la tua anima può sentirsi davvero libera che puoi dirti pronto ad iniziare sul serio, e così è stato per me.
La veglia penitenziale di sabato sera è stata la scintilla che ha fatto partire il mio motore, il momento fraterno del giorno successivo, la più grande prova di condivisione mai avuta finora!

Durante la messa a conclusione di questo piccolo ritiro, ho potuto impegnarmi davvero in questo cammino di fede che il Signore ha voluto farmi trovare lungo la strada. Sono felicissima di aver potuto trasformare spontaneamente quel “voi” in “noi”. E siamo veramente un NOI bellissimo!

“Il cuore dell’uomo decide la sua strada, ma è il Signore che consolida il suo passo” (Pro 16, 9)"

giovedì 13 dicembre 2012

Il papa su Twitter!

da http://passineldeserto.blogosfere.it
C'è un elemento che non è stato abbastanza sottolineato, relativamente alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI su Twitter con l'account @Pontifex.
Si è parlato di presenza del Papa: con un po' di supponenza qualcuno ha ironizzato sul fatto che "non sarà il Papa in persona" a twittare. Altri hanno segnalato come questo tipo di presenza non sia una modalità adeguata per offrire contenuti magisteriali ed ecclesiali adeguati anche sul web (140 caratteri sarebbero pochi...).
Ma c'è un elemento sul quale i media non si sono soffermati adeguatamente (solo padre Spadaro, in un recente commento ha fatto riferimento a questo tema, e lo ringraziamo): quello della condivisione.
Il gesto della condivisione attraverso la scelta tenologica nuova del Papa, è diventato un "tema" di dialogo, di confronto e di...evangelizzazione.
Il fatto di essere presenti su Twitter, al di là della lunghezza dei testi, è di per sè un fatto encomiabile e fondamentale; un gesto di doalogo, ed una proposta di contenuto.
Il metodo...diventa esso stesso contenuto, potremmo dire.
Spesso si dice che la Chiesa non è in grado di dialogare e non ha il coraggio di incontrarsi con gli altri, credenti o non credenti che siano, sul terreno del confronto. Questo assioma (tanto superficiale quanto errato) è ancora una volta stato smentito da un gesto di di consapevole presenza comunicativa, da un vero e proprio gesto di incontro e di condivisione nel dialogo.
Certo. La presenza del Papa su Twtter non significa che il Santo Padre, cederà nella proposta dei valori cristiani - per una sorta di dialogo ideologico fine a sè stesso - , in ottemperanza ad un confronto frainteso che cede sui valori e sulle proposte forti che sono proprie della (nostra) fede.
Le proposte forti ci saranno e come. Ma la forza maggiore sarà proprio data dal metodo: dalla condivisione che diventa la cifra del dialogo, veicolo di incontro concreto tra il vangelo ed il Magistero della Chiesa che lo propone, e l'uomo di ogni tempo.
Soprattutto, direi, l'uomo di oggi che - come diceva in Conferenza Stampa Mons. Celli - noi siamo chiamati ad incontrare "dove egli vive".
Ecco: il luogo dove l'uomo vive, è il luogo dell'incontro, della condivisione, della relazione, individuato concretamente anche nei "nuovi" ambienti digitali (quali i social network).
La presenza ecclesiale del Santo Padre sarà così davvero fruttuosa: non solo una presenza personale, ma una vera e propria presenza "ministeriale" (del ministero petrino) ed ecclesiale. Una presenza di dialogo con tutti, cattolici e laici.

giovedì 29 novembre 2012

Finchè non spunti il giorno..

Questo il titolo del sussidio di avvento che saggiamente la commissione liturgia della gifra d'Italia coadiuvata da suore, frati, terziari e seminaristi ha dato al sussidio per la preghiera e la riflessione di Avvento di quest'anno in preparazione al Natale 2012, scaricabile in formato pdf dal sito www.gifra.org. Consigliamo vivamente a tutti coloro che vogliono vivere bene questo tempo di attesa di utilizzare questo prezioso strumento.


Pubblico qui di seguito il saluto e l'augurio che fa a tutti noi gifrini uno dei nostri assistenti nazionali.


"Carissimi fratelli miei,
come tutti ben sappiamo, stiamo vivendo un tempo denso di attese. Da tutte le parti attendiamo delle buone notizie, che portino respiro e sollievo alle nostre coscienze assopite. Siamo in attesa di ricevere buone notizie circa la crisi mondiale, la crisi lavorativa, la crisi familiare, l'evoluzione della storia e tanto altro. Possiamo affermare che oggi più che mai l'attesa ci distingue e ci qualifica. Imprime il suo carattere in ogni nostra azione, in ogni nostra impresa, nel nostro stile, nelle nostre emozioni e soprattutto nelle nostre speranze. Un pericolo sempre in agguato però potrebbe essere il fatto che tra tutto ciò che attendiamo Dio non è elencato.
Se abbiamo bisogno di certezze allora Dio non c'entra. Se abbiamo bisogno di felicità Dio sembra non necessario.
Stiamo correndo il pericolo di spostare il nostro baricentro di attenzione da Dio a tutto ciò che oggi ci riempie apparentemente. Eppure Francesco d'Assisi ha cantato e lodato: Tu sei il Bene, tutto il Bene, il Sommo Bene.
Questo grido oggi ci deve raggiungere per scuotere le nostre coscienze e invaderle di una grande nostalgia dell'Assoluto. Dobbiamo aver fame e sete di qualcosa di più grande, di Qualcuno più grande noi. Ora è il momento opportuno: inizia un nuovo tempo di Avvento.
Una nuova attesa è per noi: per tornare a volgere il nostro sguardo a Colui che da sempre ci attende, perché ha bisogno dei nostri occhi, delle nostre mani, dei nostri piedi, del nostro cuore, delle nostre labbra e, soprattutto, della nostra fede.
In questo anno della fede restituiamo a Lui la nostra certezza di credere che davvero Lui è tutto il nostro Bene e che in Lui ci verrà donata ogni cosa. Buon Avvento cari fratelli e amici miei di sempre".

Fra Rocco Iacovelli

martedì 27 novembre 2012

Silenzio e Preghiera

Dal diario di suor Faustina Kowalska


"Il silenzio è una spada nella lotta spirituale...
l'anima silenziosa è idonea alla più profonda unione con Dio...
in un'anima silenziosa Iddio opera senza impedimenti."


L'importanza della preghiera.
"L'anima deve essere fedele alla preghiera nonostante le tribolazioni, l'aridità e le tentazioni, poiché dalla preghiera in prevalenza dipende talvolta la realizzazione dei grandi progetti di Dio,e se noi non perseveriamo nella preghiera,mettiamo degli impedimenti a ciò che Iddio voleva compiere per mezzo nostro oppure in noi.Ogni anima ricordi queste parole: e trovandosi in una situazione difficile,pregare più a lungo..."


"La pazienza,la preghiera e il silenzio rafforzano l'anima"

mercoledì 7 novembre 2012

come il "sale che non sala"

CREDENTI NON PRATICANTI 
come "il sale che non sala" 
da famiglia cristiana

Sono uno studente universitario. Da aspirante cristiano, pur con tutti i miei limiti e difetti, cerco di crescere nella fede, "in sapienza e opere". E credo che la Chiesa, intesa come comunità dei credenti e non solo come gerarchia, debba annunciare la parola di Dio e testimoniarla con l'esempio. Ora, la "nuova evangelizzazione" sembra quasi un tentativo per raccogliere altri adepti e riempire le chiese. Ma a dover essere evangelizzati non sono i non credenti, ma i credenti! Troppi cristiani che si definiscono tali senza saperne il significato. L'ignoranza religiosa è allarmante. Pochissimi leggono la Bibbia. Molti sono fermi a qualche passo imparato da bambini.
Ma come ci si può definire cristiani, cioè "seguaci di Cristo" se non si conosce il Vangelo? E come si può amare qualcuno se lo si ignora? 
Tempo fa, al termine della Messa, un fedele disse al parroco di non credere nella risurrezione perché -sulla terra non ci sarebbe spazio per tutti gli uomini-. Siamo al paradosso. Molti si confezionano la fede a propria misura. Accettano alcune verità e ne scartano altre. Ma il Vangelo è indivisibile. Né si può essere "cristiani a metà" o a convenienza.
Per non parlare dei "credenti non praticanti". Che è come dire "sale che non sala". Non si può evangelizzare se non si è già evangelizzati. E se non si dà testimonianza con la propria vita. La fede non è un insieme di norme e leggi, di divieti e punizioni. E', essenzialmente, libertà: - ama e fa' quello che vuoi-.
Non è solo il clero a dover studiare e approfondire la Bibbia, ma tutti i cristiani devono farlo. 
I fedeli laici non possono limitarsi a una preghierina la sera e alla Messa domenicale. Se si è ignoranti, non si può essere credenti.
Ma c'è da dire anche che molti preti guardano con sufficienza (non vorrei dire disprezzo) i laici. Né promuovono un loro ruolo attivo all'interno della Chiesa. E' importante formare "cristiani adulti" perché possano testimoniare la fede in luoghi e ambianti inaccessibili ai sacerdoti. Abbiamo bisogno di preti e fedeli preparati.E dobbiamo esigere di più da chi si definisce cristiano. Spero che la "nuova evangelizzazione" punti a far crescere i fedeli attraverso la conoscenza delle verità di fede, la liturgia, i santi e le grandi figure della storia della Chiesa.
Francesco -  Rieti

prossimamente la risposta di Don Antonio Sciortino a questa lettera.

giovedì 1 novembre 2012

Caduto..o caduta, fuori dal tempo


Il primo e il 2 di Novembre sono due giorni di festa... ma sono anche giorni che ci portano a confrontarci e ricordarci gli episodi di morte nella nostra vita. Anche se siamo cristiani, anche se siamo coscienti della luce della risurrezione, siamo fatti di carne e come tutti, anche noi, piangiamo, soffriamo e ci arrabbiamo per la perdita di chi amiamo!
Questa è una poesia di David Grossmann, presa dal suo ultimo libro: Caduto fuori dal tempo.
E' un poema in versi che lo scrittore Israeliano ha scritto cinque anni dopo l'uccisione di suo figlio... ed è proprio questo dramma che accomuna tutti i personaggi di questo libro.
L'ho letto ieri, in una sola giornata, e mai nessun libro quanto questo mi ha colpito internamente e l'ho sentito mio. Questa mattina ho ricopiato questi pochi versi, per metterli su una tomba a me cara...

Mi piaceva condividerla con voi, anche perché prima o poi tutti dovremo affrontare "Sorella Morte"

Probabilmente posso
capire solo cose
che sono dentro il tempo. Persone,
per esempio, o pensieri, o dolore
o gioia, cavalli, cani,
parole, amore. Cose
che invecchiano, che si rinnovano,
che cambiano. anche la mia nostalgia di te
è imprigionata nel tempo. il dolore
si fa antico
con gli anni, ma ci sono giorni in cui è nuovo,
fresco.
Così anche la rabbia per tutto ciò di cui
sei stata privata. Ma tu
non ci sei più...
non ci sei
più. Sei fuori dal tempo.
Come spiegarti? Dopo tutto anche una spiegazione
è compressa nel tempo. Una volta
un uomo di un paese
lontano mi ha detto che nella sua lingua
chi muore
in guerra è chiamato "caduto".
E tu sei così: sei caduta
fuori dal tempo, il tempo
in cui mi trovo io
ti scorre
davanti:
una figura
sola
su una piattaforma,
di notte,
la cui oscurità
è gocciolata fuori
completamente.
Ti vedo
ma non ti tocco.
E neppure ti sento
coi sensori del mio
tempo.

martedì 30 ottobre 2012

Ciò che è importante non cambia.

Ecco a voi, per allietare un po' la giornata e fermarsi a riflettere un pensiero di Madre Teresa, regalatevi 5 minuti!


Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.

Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c'è un'altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite...
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c'è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai.

gifrasinalunga

martedì 23 ottobre 2012

IN FRATERNITÀ

Uniti attorno al Centro...

per dono e forza
di Chiamata e risposta.








 

Resi vivi dall'Ascolto,





che dispone ad un altro ascolto...
generatore di fraternità.









Aperti a gratuite collaborazioni...



per un cammino continuo
dai doni ricevuti al bene donato.

 




Una circolazione di Vita,








perchè la Vita viva e cresca...
donandola senza risparmio,



per Amore.












martedì 16 ottobre 2012

Perchè pregare?

Un piccolo regalo per tutti quelli che almeno una volta - e quante volte ci succede!- si sono posti questa domanda. Ci viene incontro mons. Bruno Forte, vescovo di Chieti, che alcuni di noi hanno avuto la grazia e la fortuna di ascoltare l'anno scorso a Madrid durante una delle catechesi della giornata mondiale della gioventù.
Un vero uomo di Dio e di chiesa.

tratto da lettera sulla preghiera di mons. Bruno Forte


Mi chiedi: perché pregare? Ti rispondo: per vivere.
Sì: per vivere veramente, bisogna pregare. Perché? Perché vivere è amare: una vita senza amore non è vita. È solitudine vuota, è prigione e tristezza. Vive veramente solo chi ama: e ama solo chi si sente amato, raggiunto e trasformato dall’amore. Come la pianta che non fa sbocciare il suo frutto se non è raggiunta dai raggi del sole, così il cuore umano non si schiude alla vita vera e piena se non è toccato dall’amore. 
[...]
Mi dici: ma io non so pregare! Mi chiedi: come pregare? Ti rispondo: comincia a dare un po’ del tuo tempo a Dio. All’inizio, l’importante non sarà che questo tempo sia tanto, ma che Tu glielo dia fedelmente. Fissa tu stesso un tempo da dare ogni giorno al Signore, e daglielo fedelmente[...] Cerca un luogo tranquillo, dove se possibile ci sia qualche segno che richiami la presenza di Dio. [...]non aver paura di dirGli tutto, non solo le tue difficoltà e il tuo dolore, il tuo peccato e la tua incredulità, ma anche la tua ribellione e la tua protesta, se le senti dentro.
Tutto questo, mettilo nelle mani di Dio: ricorda che Dio è Padre – Madre nell’amore, che tutto accoglie, tutto perdona, tutto illumina, tutto salva. Ascolta il Suo Silenzio: non pretendere di avere subito le risposte. Persevera. [...]
ti accorgerai che piano piano il gusto della preghiera crescerà in te, e quello che all’inizio ti sembrava irraggiungibile, diventerà sempre più facile e bello. Capirai allora che ciò che conta non è avere risposte, ma mettersi a disposizione di Dio: e vedrai che quanto porterai nella preghiera sarà poco a poco trasfigurato.
[...] ti accorgerai che dopo aver a lungo pregato non avrai trovato risposte alle tue domande, ma le stesse domande si saranno sciolte come neve al sole e nel tuo cuore entrerà una grande pace [...]
Sappi, tuttavia, che non mancheranno in tutto questo le difficoltà: a volte, non riuscirai a far tacere il chiasso che è intorno a te e in te; a volte sentirai la fatica o perfino il disgusto di metterti a pregare;
[...]Non avere paura, dunque, delle prove e delle difficoltà nella preghiera: ricorda solo che Dio è fedele e non ti darà mai una prova senza darti la via d’uscita e non ti esporrà mai a una tentazione senza darti la forza per sopportarla e vincerla. Lasciati amare da Dio: come una goccia d’acqua che evapora sotto i raggi del sole e sale in alto e ritorna alla terra come pioggia feconda o rugiada consolatrice, così lascia che tutto il tuo essere sia lavorato da Dio, plasmato dall’amore [...] Impara, pregando, a vivere la pazienza di attendere i tempi di Dio, che non sono i nostri tempi, ed a seguire le vie di Dio, che tanto spesso non sono le nostre vie.
Un dono particolare che la fedeltà nella preghiera ti darà è l’amore agli altri e il senso della chiesa: più preghi, più sentirai misericordia per tutti, più vorrai aiutare chi soffre, più avrai fame e sete di giustizia per tutti, specie per i più poveri e deboli[...]
Pregando, si diventa amore, e la vita acquista il senso e la bellezza per cui è stata voluta da Dio. Pregando, si avverte sempre più l’urgenza di portare il Vangelo a tutti, fino agli estremi confini della terra. Pregando, si scoprono gli infiniti doni dell’Amato [...]

il testo orginale e completo potete trovarlo qui > http://www.levanto.com/preghiera/lettera_sulla_preghiera.htm

martedì 25 settembre 2012

SI RICOMINCIA!!!

L'estate è passata, e un nuovo anno fraterno è alle porte...
tante le novità, tanti i cambiamenti, tanti i "ciao" ma altrettanti (anzi, tantissimi) i "benvenuti!".


Questo 2012-13 si apre con tanti nuovi GiFrini e tante nuove GiFrine.. che non vedono l'ora, come noi, di cominciare... e si ricomincia alla grande, gente!

Dopo il favoloso e partecipatissimo ritiro di inizio anno fraterno che abbiamo fatto tra Cortona e La Verna in occasione del weekend delle Stimmate, e che abbiamo chiamato "IL PUNTO DI PARTENZA", eccoci, pronti e pieni di gioia, per intraprendere questa nuova avventura della GIFRA...


Dopo la festa di San Francesco, inizieremo ufficialmente gli incontri, pieni di entusiasmo e di speranza, perchè, come dice Chesterton....



la gioia è il gigantesco segreto del cristiano”.



Affidiamo la nostra fraternità e il nostro cammino al Signore, a Chiara e a Francesco..



lunedì 20 agosto 2012

Oltre le Distanze! 72° Gifraevento, ALGHERO!



Alghero, Sardegna. Agosto 2012. 350 giovani provenienti da tutta Italia affollano il centro e le spiagge per annunciare la gioia di essere cristiani, annunciare che Gesù è risorto, invitando giovani e meno giovani a dare un'occasione a Dio, ad aprire la porta del proprio cuore per lasciarlo entrare, nella semplicità.


Dopo cena si lanciano per le vie del centro fra canti, balli, giocolieri, mimi, regalando alla gente piccoli gesti di affetto, semplici abbracci. Ma cosa fanno? Vogliono farsi vedere? Sono un circo? Tutt'altro! 
Hanno una buona notizia per la gente! Si fermano, parlano con tutti per dire chi sono e il motivo per cui si trovano lì.
In chiesa, proprio sull'altare.. c'è Qualcuno che li sta aspettando, Qualcuno che è oggi lì proprio per loro, per parlare al loro cuore.

L'invito che NOI gifrini abbiamo fatto alle persone era proprio questo: -Qualcuno ti sta aspettando... Gesù Sacramento è qui per te, per ascoltarti e per parlarti-.
E' stato bello come nella diversità-ricchezza dei nostri caratteri e delle nostre attitudini nei diversi gruppi alcuni animavano la città strapiena ormai alle soglie di ferragosto, altri parlavano con le persone e altri accompagnavano giovani e adulti in chiesa, davanti a Gesù.
E quando scorgi uscire dalla chiesa quei giovani che pareva fossero entrati soltanto per garbo, o perchè gli facevi pena, quando scorgi nei loro visi tracce di lacrime asciugate per vergogna, quando le tue orecchie sentono indistintamente singhiozzi di pianto a destra e a manca, allora non puoi che rendere grazie al Signore per averti usato, per averti permesso di essere quella "matita nelle Sue mani" come diceva Madre Teresa.

Nei giorni successivi al gifraevento, tutto è tornato nella normalità... ma chi fra i gifrini si è intrattenuto qualche altro giorno per godersi un pò di mare e di relax, ha potuto vedere con i suoi occhi, come la gente, anche se non indossi più quella t-shirt che era un segno di riconoscimento, ti riconosca e ti sorrida, come il tuo volto possa regalare un sorriso.

domenica 8 luglio 2012

Giovanni Paolo II e.. la GiFra!!!

Cari giovani, dicendo sì a Cristo, voi dite sì al più nobile Ideale.
Non abbiate paura ad affidarvi a Lui. Egli vi guiderà e vi darà la forza di seguirLo,
ogni giorno in ogni situazione.
 La gi.fra. rappresenta un luminoso ideale di vita che assumete responsabilmente attraverso la Promessa: abbiate cura di vivere un’intensa vita sacramentale, di lavorare accanto ai vostri Vescovi e sacerdoti, testimoniate un nuovo e più profondo rispetto per i beni della natura, siate operatori di pace, promotori della dignità di ogni uomo rispettato nella sua realtà di figlio di Dio ed amato come fratello di Cristo. 
Maria, invocata da Francesco con i titoli Signora Santa, Regina Santissima, Madre di Dio, sia il vostro modello e la vostra guida. 

Come Francesco e Chiara siate sempre entusiasti e alla sequela di Cristo ed eserciterete anche voi nella Chiesa un fascino straordinario!

lunedì 11 giugno 2012

Un anno di... NOI!

MI PRESENTO : SONO IL SILENZIO

Per favore. Lasciatemi, una volta tanto, prendere la parola.
Lo so che è paradossale che il silenzio parli. E' contrario al mio carattere schivo e riservato.
Però sento il dovere di parlare: voi uomini non mi conoscete abbastanza!
Ecco, quindi, qualcosa di me.
Intanto le mie origini sono assolutamente nobili.
Prima che il mondo fosse, tutto era silenzio. Non un silenzio vuoto, no, ma traboccante.
Così traboccante che una parola sola detta dentro di me ha fatto tutto!
Poi, però, ho dovuto fare i conti con una lama invisibile che mi taglia dentro: il rumore!
Ebbene lasciate che ve lo dica subito: non immaginate cosa perdete ferendomi! Il baccano non vi dà mai una mano!
Io, invece, sì.
Io sono un'officina nella quale si fabbricano le idee più profonde, dove si costruiscono le parole che fanno succedere qualcosa.
Io sono come l'uovo del cardellino: la custodia del cantare e del volare. Simpatico, no?
Io segno i momenti più belli della vita: quello dei nove mesi, quello delle coccole, quello dello sguardo degli innamorati...
Segno anche i momenti più seri: i momenti del dolore, della sofferenza, della morte.
No, non mi sto elogiando, ma dicendo la pura verità.
Io mi inerpico sulle vette ove nidificano le aquile. Io scendo negli abissi degli oceani. Io vado a contare le stelle...
Io vi regalo momenti di pace, di stupore, di meraviglia.
Io sono il sentiero che conduce al paese dell'anima. Sono il trampolino di lancio della preghiera. Sono, addirittura, il recinto di Dio!
Ecco qualcosa di me.
Scusatemi se ho interrotto i vostri rumori e le vostre chiacchiere.
Prima di lasciarci, però, permettete che riassuma tutto in sole quattro parole:
Custoditemi e sarete custoditi!
Proteggetemi e sarete protetti!

Dal vostro primo alleato
Il Silenzio

lunedì 4 giugno 2012



Fiera di essere cattolica oggi
 
"Sono fiera di essere cattolica. Sono fiera di questa Chiesa in trincea che soffre, sulla propria pelle, le contraddizioni di questo mondo. Se fosse una Chiesa di soli puri sarebbe lontana dalla gente comune che vive a sue spese le contraddizioni quotidiane. Sono fiera di vivere in questo tempo perché, mentre il fuoco della prova divampa in ogni istituzione, anche ecclesiastica, vedo emergere sempre più chiaro lo splendore della verità di Cristo.

Sono fiera di stare con il Papa e so che c’è una compagnia visibile e invisibile che si stringe a lui e che non lo lascerà solo, nemmeno nell’ultima ora. Mi vergogno, sì, di quelli che si dicono cristiani e non lo sono, a dispetto di qualunque posto occupino nella Chiesa: la verità ha una sua evidenza e nessun ruolo la può cancellare. Prego per loro e per la loro conversione, perché saremo giudicati solo su ciò che siamo realmente e non sulle apparenze. Sono fiera di tutti i movimenti della Chiesa, perché sono la sua forza vitale nel mondo. Non mi lascio ingannare dalle grida scandalizzate di chi vorrebbe vedere il marcio dappertutto. Non mi lascio ingannare dalla malignità di chi, accecato dall’ideologia, non sa riconoscere il vero dal falso, il male dal bene.

Non tacerò davanti a chi vorrebbe confinarmi in una fede da sacrestia: la mia fede è nata per essere gridata ai quattro venti perché non offende chi professa altre fedi, (fosse pure l’ateo perché, a suo modo, ha una fede anche lui), ma anzi conferma a ogni uomo che il suo destino è l’eternità, che lutto e dolore sono già vinti e che la gioia eterna ci attende. Me ne infischio di chi mi crede un’illusa, di chi m’infanga perché sono una monaca, cattolica e per giunta felice di esserlo. Felice di appartenere a Gesù al quale – come ha detto ieri il Papa citando Sant’Ambrogio nella preghiera con i religiosi nel Duomo di Milano – sono unita «non con i nodi di corde, ma con i vincoli dell’amore e con l’affetto dell’anima».

Me ne infischio dei profeti di sventura, ma anche degli ottimisti a oltranza: amo la realtà così com’è, e vivo la scommessa quotidiana della circostanza, migliore di qualunque altra prospettiva illusoria. Sono felice di essere donna, pienamente orientata a essere ciò che sono e per cui sono nata: lo sono stata fin dal principio, fin dal mio concepimento. Sono persona fin dal mio concepimento e ne ho le prove, sarò persona fino all’ultimo istante della mia vita e anche di questo ho le prove, perché, grazie a Dio, mi è anche capitato di "provare" a morire.

Ho fiducia nell’Italia che ho conosciuto fin da piccola, fatta di piccoli imprenditori, di lavoratori attaccati al loro lavoro, di persone semplici, fedeli ai loro impegni, di famiglie fondate sul matrimonio tra un uomo e una donna, di istituzioni religiose che si sono occupate dei piccoli con una dedizione totale, nel pieno rispetto della loro dignità, delle migliaia di curati di campagna che hanno fatto la fortuna del luogo in cui sono stati posti: con proposte di lavoro, di carità, di iniziative culturali. Questo mondo italiano non morirà, perché la Madonna lo sostiene. A proposito: sono fiera di avere fede nella Madonna, di affidare a lei le sorti mie e del mio Paese, che amo. Sono fiera della compagnia dei santi che in Italia hanno fatto davvero la storia. Santi di ieri e santi recenti perché, se non ci fossero stati, la nostra situazione sarebbe peggiore.

Credo che la lotta quotidiana si svolga anche contro le forze del male di cui ogni uomo è anche responsabile. Ognuno servirà il padrone che ha scelto. Sono fiera di pregare per tutti, anche per i nemici per quelli che ignorando deliberatamente il mio stato religioso mi chiamano "signora" oppure "cittadina". So che anche loro, nell’ultima ora, avranno bisogno di Cristo. Insomma, ho fiducia nel futuro per il presente che vivo, perché so che la verità trionferà comunque, che il bene ha già vinto, che la via della vita ha un nome incancellabile: Cristo Gesù, il quale ha detto a tutti noi con la forza di una Parola che non tramonta: «Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo»."

Maria Gloria Riva 
 
 http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/fieradiesserecattolica.aspx
 

Promessa della fraternità di Sinalunga - 3 giugno '12

Oggi 3 giugno,
la fraternità di Sinalunga ha celebrato la festa della promessa nel Santuario della Madonna del Rifugio.
Un semplice e sincero grazie a Valentina, a Tommaso, a Rachele, Angelica, Matteo, Silvia e Demetrio e sopratutto a Fr David, per il cammino condiviso (e non solo) e per gli splendidi momenti! E per questa grande palestra per la vita che è la gifra...
Il grazie più grande però va a voi gifrini toscani, che oggi come mai negli anni passati, siete venuti così numerosi a celebrare e festeggiare con noi questa grande ed importante festa. Siamo una piccola fraternità e ci fa tanto bene sentire la vostra presenza fisica e poterla toccare con mano, potervi abbracciare uno ad uno.
Senza eccessivi sentimentalismi, ho ancora i brividi se ripenso e riguardo questa foto, se ripenso al cortiletto davanti alla nostra stanzina pieno di ragazzi che cantano, schiamazzano e parlano (per la gioia dei nostri frati polacchi!!).
A noi fa tanto bene, ci rincuora tanto e ci aiuta ad andare avanti nelle grandi difficoltà di essere in pochi.. pochi ma BUONI!!!


con tutto l'amore che potrebbe Alfonso (ahahaha)
ricca
































FONTE: http://www.gifratoscana.org/cms/news.php?readmore=54



giovedì 31 maggio 2012

"Non c'è PROMESSA non c'è fedeltà, che in Te..."

Domenica 3 giugno ore 1o.3o, promessa della GiFra Sinalunga!!!

Vi aspettiamo alla Madonna del Rifugio



Fr David,        Riccardo,       Valentina, 
Tommaso,    Rachele,    Angelica, 
Matteo,    Silvia,    Demetrio.



giovedì 3 maggio 2012

Visita Nazionale Fraterna e Assemblea Regionale


Nei giorni del 27-28-29 aprile la fraternità della Gifra Toscana ha avuto l'immenso piacere di ospitare il consiglio nazionale della gifra e sono venuti a trovarci il vicepresidente nazionale Leonardo Curcuruto e la consigliera Lucia Zicaro vicino a Firenze, al convento di S.Maria all'Incontro.
Nel pomeriggio di venerdì e nella mattinata di sabato i due consiglieri nazionali hanno incontrato il consiglio regionale, mentre sabato pomeriggio ogni fraternità locale si è brevemente raccontata condividendo in semplicità il cammino di quest'anno. 
In serata, dopo cena, tutti i consigli locali, insieme a quello regionale e quello nazionale hanno partecipato ad una veglia organizzata dalla commissione liturgia regionale, anzi.. da Marcello.
La domenica si sono uniti all'allegra combriccola tanti gifrini provenienti da tutte le fraternità locali ed abbiamo condiviso insieme un simpatico momento di presentazione più nello specifico di ognuna fraternità, mediante video, canzoni dai testi modificati, scatole in testa con scritto "sexy" e quant'altro!
Dopo aver celebrato l'Eucarestia, nel buon spirito francescano, abbiamo pranzato tutti insieme per poi riunirci in assemblea nel pomeriggio.
Ringraziando sentitamente oltre ai consigli di ogni ordine i padri assistenti P.Alessio e P.Mario la gifra di Sinalunga vi augura una buona continuazione e termine dell'anno fraterno e coglie l'occasione per invitarvi ufficialmente il 3 giugno alla nostra promessa al Santuario della Madonna del Rifugio a Sinalunga!!!

mercoledì 18 aprile 2012

Un papa raro: con "sense of humour"

"La gioia profonda del cuore
è anche il vero presupposto dello 'humour';
e così lo 'humour',
sotto un certo aspetto,
è un indice,
un barometro della fede".

(Benedetto XVI)

Il 16 aprile 2012 Benedetto XVI compie 85 anni. E tre giorni dopo compie sette anni di pontificato. Uno scrittore ne traccia un profilo. A sorpresa 



Non ho fatto un esame accurato, ma sono pronto a scommettere che se si analizzassero le ricorrenze verbali all'interno dei testi di Benedetto XVI, la parola più presente sarebbe “gioia”.

Partiamo da una delle tantissime sue affermazioni sull'importanza, per il cristiano, della gioia e proviamo ad applicarla a questo papa che si presentò appena eletto come "umile lavoratore nella vigna del Signore". È una frase tratta dal libro-intervista "Luce del mondo" e, posta quasi in apertura, suona categorica: 

“Tutta la mia vita è sempre stata attraversata da un filo conduttore, questo: il cristianesimo dà gioia, allarga gli orizzonti. In definitiva un'esistenza vissuta sempre e soltanto 'contro' sarebbe insopportabile”. 

Primo punto: gioia e ragione sono collegati. E il collegamento si trova in questa strana religione che “allarga gli orizzonti”. Scriveva Gilbert K. Chesterton parlando della sua conversione: “Diventare cattolici allarga la mente” e, più avanti: “Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.

Secondo punto, a sorpresa: ci eravamo forse abituati all'idea di un papa rivoluzionario, di un papa "contro”, ed ecco che arriva subito la smentita, perché non si può vivere “sempre e soltanto 'contro'”.

Ovviamente la contrapposizione è solo apparente. Nella stessa frase, più avanti, infatti il papa precisa: “Ma allo stesso tempo ho sempre avuto presente, anche se in misura diversa, che il Vangelo si trova in opposizione a costellazioni potenti. […] Sopportare attacchi e opporre resistenza quindi fa parte del gioco; è una resistenza, però tesa a mettere in luce ciò che vi è di positivo”.

Resistenza, dunque, che vuol dire abbandono di ogni rassegnazione, lamento o risentimento, e cammino di ricerca paziente e tenace di “ciò che vi è di positivo”, di quella bontà che è nascosta nelle pieghe della storia degli uomini. È questo il coraggio di Benedetto, il coraggio della gioia:

“La gioia semplice, genuina, è divenuta più rara. La gioia è oggi in certo qual modo sempre più carica di ipoteche morali e ideologiche. […] Il mondo non diventa migliore se privato della gioia, il mondo ha bisogno di persone che scoprono il bene, che sono capaci di provare gioia per esso e che in questo modo ricevono anche lo stimolo e il coraggio di fare il bene. […] Abbiamo bisogno di quella fiducia originaria che, ultimamente, solo la fede può dare. Che, alla fine, il mondo è buono, che Dio c'è ed è buono. Da qui deriva anche il coraggio della gioia, che diventa a sua volta impegno perché anche gli altri possano gioire e ricevere il lieto annuncio”. 


Umiltà vuol dire coraggio, il coraggio della gioia. 

Gioia e umiltà progrediscono o regrediscono di pari passo. Lo aveva ben colto Chesterton nel suo breve ma denso saggio del 1901 sull'umiltà: 

“Secondo la nuova filosofia dell'autostima e dell'autoaffermazione, l'umiltà è un vizio. […] Essa accompagna ogni grande gioia della vita con la precisione di un orologio. Nessuno per esempio è mai stato innamorato senza abbandonarsi a una vera e propria orgia di umiltà. […] Se oggi l'umiltà è stata screditata come virtù, non sarà del tutto superfluo osservare che questo discredito coincide con il grande regresso della gioia nella letteratura e nella filosofia contemporanee. […] Quando siamo genuinamente felici pensiamo di non meritare la felicità. Ma quando pretendiamo un'emancipazione divina, sembriamo avere la certezza assoluta di non meritare nulla”.

Gioia e umiltà, quindi. Le due stanno o cadono insieme. Manca un piccolo tassello intermedio che però è molto presente nell'uomo e nel papa bavarese: l'umorismo. 

Gioia e umorismo sono per Benedetto XVI strettamente collegati. Scrive a conclusione del suo saggio di teologia dogmatica “Il Dio di Gesù Cristo”:

”Una delle regole fondamentali per il discernimento degli spiriti potrebbe essere dunque la seguente: dove manca la gioia, dove l'umorismo muore, qui non c'è nemmeno lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù Cristo. E viceversa: la gioia è un segno della grazia. Chi è profondamente sereno, chi ha sofferto senza per questo perdere la gioia, costui non è lontano dal Dio del Vangelo, dallo Spirito di Dio, che è lo Spirito della gioia eterna”.

Diceva Jacques Maritain che una società che perde il senso dell'umorismo si prepara il suo funerale.

Umorismo come via per la gioia; il "sense of humour" come modo divertente (nel senso più sano del termine) di vivere la vita, partendo dal punto fondamentale: l'essenza del cristianesimo è la gioia. Per dirla con Chesterton, maestro di umorismo, “la gioia è il gigantesco segreto del cristiano”. Scrive Benedetto XVI in "Il sale della terra":

“La fede dà la gioia. Se Dio non è qui, il mondo è una desolazione, e tutto diventa noioso, ogni cosa è del tutto insufficiente. […] L'elemento costitutivo del cristianesimo è la gioia. Gioia non nel senso di un divertimento superficiale, il cui sfondo può anche essere la disperazione”.

Se il mondo volta le spalle a Dio, ci dice il papa-teologo ex prefetto dell'ex Sant'Uffizio, non si condanna alla falsità, alla bestemmia e neanche all'eresia, ma alla noia. Viene in mente la battuta di Clive S. Lewis pronunciata quando ancora non si era convertito dall'ateismo al cristianesimo: “I cristiani hanno torto, ma tutti gli altri sono noiosi”.

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(s.m.) La pagina sopra riportata è tratta dall'ultimo capitolo del libro su Benedetto XVI che l'autore ha pubblicato in questi giorni:

Nel tracciare il profilo del papa, Monda mette decisamente al centro della scena due sue virtù, l'umiltà e "il suo frutto più gustoso", l'umorismo:
"Sono due parole che trovano in 'humus', terra, una comune radice etimologica. Chi è 'terra terra', chi non si insuperbisce, è a un tempo umile e dotato di umorismo, perché avverte che esiste un mondo più grande del proprio io e, oltre questo mondo, Qualcuno di ancora più grande. Umiltà e umorismo son il segreto della vita, soprattutto per un cattolico, e sono due tratti che caratterizzano al massimo grado l'uomo Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, non meno della sua opera".

Andrea Monda è laureato alla Pontificia Università Gregoriana. Insegna religione nei licei di Roma. Scrive su vari quotidiani e periodici. È autore di volumi dedicati a Tolkien e a C. S. Lewis.

lunedì 9 aprile 2012

la gifra di Sinalunga su TV2000!

La nostra fraternità ha partecipato lo scorso lunedì santo all'inaugurazione del cammino di S.Chiara "I Passi e il Silenzio", che ripercorre nello spazio di 5 tappe i luoghi più significativi della vita di Chiara di Assisi, dalla casa nativa dalla quale scappò nella notte della domenica delle Palme di 8 secoli fa, passando per la Porziuncola, il monastero di S.Paolo delle Abbadesse, S.Angelo in Panzo, San Damiano ed infine dove tutt'oggi riposano le sue spoglie mortali in S.Chiara ad Assisi. Durante il cammino abbiamo ripercorso grazie alle fonti tutti gli episodi che legano questi importanti luoghi alla vita di questa stupenda Santa Assisiate e siamo anche stati inseguiti da particolari personaggi dotati di telecamera e microfono che in qualche modo ci hanno accompagnato durante tutti i 25km. Alcuni dei membri della fraternità sono stati anche intervistati! E chissà che domani alle 17.oo non possiate anche voi vederli su tv2000?
Accorrete numerosi!!!
[i marciatori sono soltanto quelli che vedete seduti!!!]
un abbraccio e una Santa Pasqua a tutti!

domenica 8 aprile 2012

Perchè cercate tra i morti Colui che è VIVO?

La Pasqua è la vittoria dell'amore,
la pienezza della vita.
La scommessa, terribile, di un Dio abbandonato alla nostra volontà
è vinta.

A noi, ora, di credere, 
di vivere da risorti, 
di vedere i teli di lino e di credere, come Giovanni e Pietro. 

A noi, discepoli affannati nella corsa, 
sempre in ritardo rispetto alla forza dirompente di Dio,
resta solo la sfida della fede.

Gesù è risorto: 

smettiamola di cercare il crocefisso,

smettiamola di piangerci addosso e di lamentare un Dio assente. 

Gesù è risorto.
Buona Pasqua a tutti! 

(P. Curtaz)



domenica 25 marzo 2012

Sulle orme di Francesco...

Dal nostro ritiro quaresimale (24-25 marzo 2012) che abbiamo fatto insieme alla Gifra di Monte alle Croci (Fi)... dalla Rocca Maggiore alla Porziuncola, passando per l'eremo delle Carceri,  San Damiano, il Vescovado e santa Chiara...

Matteo, Rachele, Riccardo, e Valentina

domenica 18 marzo 2012

FARSI PANE

Può esser bello, ma non è facile farsi pane.
Significa che non puoi vivere per te,
ma per gli altri.
Significa che devi essere disponibile a tempo pieno.
Significa che devi avere pazienza e mitezza,
come il pane
che si lascia impastare, cuocere e spezzare.
Significa che devi essere umile,
come il pane
che non figura nella lista delle specialità, 
ma è sempre lì per accompagnare.
Significa che devi coltivare la tenerezza e la bontà,
perchè così è il pane,
tenero e buono.

(R. Prietro)



GRAZIE A SILVIA..



martedì 6 marzo 2012

Tu per noi sei Speranza


Pace a voi!

Oggi vogliamo condividere con voi il frutto di un nostro piccolo lavoro fatto a più mani, che rientra nell'ambito di un ciclo di meditazioni quaresimali, sulle parole di san Francesco contenute nella preghiera delle LODI DI DIO ALTISSIMO.
Tutto questo è stato possibile grazie a Monica Cardarelli, giornalista del quotidiano on line "La Perfetta Letizia" (www.laperfettaletizia.com).
Tempo fa, Monica ha contattato varie realtà che vivono la fraternità, come le sorelle clarisse di Cortona, i frati moniri di Santa Margherita, i Cappuccini delle Celle, il Ministro Nazionale Ofs Remo di Pinto, e anche noi, chiedendoci di scegliere una delle tante invocazioni che Francesco fa a Dio in questa preghiera.. quella che sentivamo più nostra, quella che ci apparteneva e che "parlava anche di noi".

Ed ecco dunque il nostro articolo, "Tu per noi sei Speranza"


Come giovani che hanno scelto a guida del loro cammino Francesco d’Assisi, siamo rimasti colpiti dall’immagine di Dio come “Somma Speranza”. È bello per noi pensare che frate Francesco piccolino sperasse in Dio in ogni circostanza, anche in vista del fatto che compose queste Lodi rendendo grazie per il grande dono delle Stimmate. Mai come oggi noi giovani sentiamo il bisogno di sperare, e di sperare in qualcosa di vero. Per Francesco la Speranza è stata sempre il motore, lo slancio verso la Perfetta Letizia, soprattutto nei momenti di grande sofferenza ed incertezza, proprio come quello della Quaresima sul Sacro Monte della Verna.

Non una, ma due volte Francesco, in queste Lodi, nomina Dio come “nostra Speranza”, accostandola prima alla gioia “Tu sei gaudio e letizia, sei la nostra speranza” ed in seguito alle altre virtù cardinali “Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità”, quasi a voler significare che si parte dalla gioia per poi arrivare alla fede perfetta.

Quando noi, nel nostro quotidiano, chiamiamo Dio “nostra Speranza”? Presi dalle nostre debolezze, limiti e dubbi, troviamo difficile ri-cor-dare Dio come Speranza, cioè “riporre il nostro cuore” in Lui, nostra luce. A noi piace comunque vedere la Speranza come una fiammella, sempre presente in noi e sempre pronta per essere accolta, perché, come dice un antico proverbio: “Non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere”.


La gioventù francescana di Sinalunga,
Angelica, Matteo, Rachele, Riccardo, Silvia, Tommaso e Valentina