giovedì 28 ottobre 2010

questo siamo noi..


O dolce Signore Gesù,
che sei la luce e la gioia della nostra vita:
donaci ti preghiamo,lo spirito di povertà,
che ci sottragga alle cose vane del mondo;
lo spirito di umiltà e semplicità, che ci liberi dalle schiavitù di noi stessi;
il senso e la comprensione generosa della Croce che ci faccia amare soltanto Te,
e tutto il resto, uomini e cose, in Te e per Te.
Soprattutto, o Signore concedici di poter, nella purezza dell'anima e del corpo,
seminare la gioia ovunque passiamo;
lottare per il bene difficile contro il male facile;
aiutare i nostri fratelli nei quali Tu sei presente;
compiere ogni giorno un pò di bene e avvicinarci così sempre più a Te.
Guarda alle nostre anime aperte ai grandi orizzonti;
ai nostri cuori pronti a donarsi ad ogni richiamo di bene,
dacci la gioia di essere araldi del tuo pacifico regno.
Noi te ne supplichiamo, o Signore, per la Madre tua e nostra,
la Vergine Immacolata, e per il dolcissimo Padre Serafico
che abbiamo scelto a guida del nostro cammino.
Amen

sabato 23 ottobre 2010

Dalla festa di Halloween alla trappola dei satanisti


da avvenire.it

È giovane, tanto giovane: «Negli ultimi tempi – ricorda, sottovoce, gli occhi timidamente feriti – mi ero ritrovato a vagare per la strada senza più ricordarmi chi ero, da dove venivo e che cosa stavo facendo lì. Ho subìto sesso, droga e violenze, che però non vorrei raccontare». Leonardo (nome di fantasia, ndr) è nato in una cittadina del Nord e deve compiere ancora vent’anni. I satanisti gli avevano sbranato il corpo e l’anima, dopo che era stato ingoiato dal buco nero sul quale s’era voluto affacciare la notte di Halloween.

«L’anno scorso stavamo parlando con gli amici di cosa fare la sera del 31 ottobre e pensavamo alla discoteca. Poi, fuori dalla scuola, ho visto una locandina per una festa di Halloween vietata a minori di sedici anni e un corso gratuito per diventare "cacciatori di streghe". La grafica era molto accattivante...».


Alle undici della sera del 31 ottobre 2008 Leonardo raggiunse il locale indicato su quel manifesto. Un posto seducente e «suggestivo – ricorda Leonardo –, perfetto per Halloween. Eravamo tutti mascherati e la musica era veramente bella». Le scenografie erano quelle caratteristiche per questa nottata: «Dal soffitto, oltre alle zucche, penzolavano manichini di impiccati e pipistrelli insanguinati. Le poltrone avevano disegnati scheletri. Alle pareti si vedevano quadri con immagini di serial killer, mi ricordo quella di Charles Manson (che negli Usa ebbe come soprannome "
mister Satan", ndr)».

Tuttavia, al di là dei pupazzi e dei quadri più o meno macabri, il "meglio" era altro: «C’era possibilità di trasgredire in vari modi – va avanti Leonardo – sia per le diverse sostanze che circolavano, sia per il clima di eccitazione, anche sessuale, che c’era». Così «la serata è stata molto divertente, anzi direi entusiasmante».

Quasi alla fine si avvicinò il proprietario del locale: «Ha chiesto, a me e ad altri ragazzi, se volevamo fare il corso pubblicizzato nel manifesto e ci ha dato un numero di telefono». Il buco nero sta spalancandosi davanti ai loro piedi. «Chiaro che non prendevo sul serio la frase "cacciatori di streghe", ma, ingenuamente e per curiosità, volevo vedere cosa m’avrebbero detto. Poi ho telefonato e mi hanno dato un indirizzo, non era lontano da casa e sono andato».

Un appartamento che è una specie di ufficio. Lo accoglie una ragazza sulla trentina, che annota il suo nome, cognome, indirizzo e telefono: «Oggi non c’è l’organizzatore, ti richiameremo». Lo fanno qualche giorno dopo, invitandolo a tornare in quell’ufficio per «iniziare il corso». Si ritrova «in una saletta con altri cinque coetanei, tre ragazzi e tre ragazze». Arriva una signora e «fa discorsi che all’inizio mi sono sembrati un po’ strani, ma anche interessanti, che non avevo mai sentito».

Quella donna spiega loro che «la notte di Halloween è stata un momento molto particolare: la notte migliore dell’anno, in cui si concentrano tutte le energie cosmiche dell’universo, con un grande potenziale positivo ed esoterico». S’infila come una lama nell’ingenuità della loro giovanissima età (fino a tirar fuori «la speciale atmosfera che avevamo vissuto quella notte in quel locale», ricorda bene Leonardo), spiega che «per la nostra partecipazione a quella festa eravamo dei privilegiati». La signora li sta tenendo in pugno, affonda il colpo e la sua voce diventa sibilo affilato: «Ora appartenete al dio Samain e per voi si apre una nuova vita. Realizzate i vostri sogni, darete libero sfogo ai vostri piaceri». L’ultima frase la urla: «Niente e nessuno potrà impedirvi di realizzare i vostri piaceri!». Il gioco è fatto: i sei ragazzi sono suoi.

Da quel giorno «ho iniziato a frequentare questo gruppo una volta alla settimana – prosegue Leonardo –. All’inizio mi piaceva andarci. La signora una volta ci ha definito come una "scuola energetica"». Ma poi gli incontri si sono fatti sempre più pesanti e duri per me, sinceramente iniziano a svanire i miei ricordi e io stesso non voglio più ricordare».

Il racconto adesso è tutto d’un fiato. «Mi hanno costretto ad odiare chiunque: genitori, parenti, insegnanti. Sono scappato quattro volte di casa. Mi hanno messo in testa che solo la "scuola energetica" poteva capirmi e risolvere i miei problemi». Ma era fondamentale «sempre mantenere il massimo segreto: nessuno doveva sapere dove andavamo e chi incontravamo, altrimenti non saremmo riusciti ad acquistare i poteri promessi. Ho subìto tanto male che non vorrei però raccontare»: sesso, droghe e violenze. Perché quella "scuola energetica" non era altro che un gruppo satanico ben organizzato.

Lo salvano mamma e papà: «Mi hanno portato in ospedale, ho iniziato una ricostruzione della mia vita e della mia psiche». Ora Leonardo alza fieramente lo sguardo: «Spero tutti si rendano conto del bisogno di maggiore vigilanza da parte di genitori e insegnanti. Perché non capiti ad altri quello che è successo a me».

Pino Ciociola

giovedì 21 ottobre 2010

Oreb 2010/11 Beato te Francesco


Carissimi, anche quest'anno dopo una estate ricca di esperienze ritornano gli incontri OREB a Fiesole. Ecco a voi il programma da divulgare il più possibile!

i frati

martedì 19 ottobre 2010

il nome di Gesù in Cina


Lo scorso venerdì 15 ottobre abbiamo, grazie a Tommaso, fatto una adorazione eucaristica missionaria riflettendo sul nome di Gesù in Cina.



Nostra Signora di Sheshan,
sostieni l'impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche,
continuano a credere, a sperare, ad amare,
affinchè mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù.
Benedetto XVI
Il mondo dei caratteri cinesi riesce spesso a trasferire in maniera simbolica il senso delle parole conferendone un significato più ricco e profondo. Non a caso, la Cina si basa su una cultura scritta di oltre 5ooo anni la quale viene ancora oggi custodita gelosamente.
Nel processo di inculturazione del cristianesimo in Cina, parecchia attenzione è stata rivolta alla scelta dei caratteri per designare nomi e concetti. Uno di questi è sicuramente il nome di Gesù. Come è stato compreso ed espresso questo nome nella cultura orientale cinese?
Andiamo a vederlo...
Il nome di Gesù in cinese è suddiviso in due ideogrammi, uno che corrisponde al nostro suono di "Ye" e uno che corrisponde al suono "Su", appunto formando la parola YeSu.
Il primo dei due, Ye, è composto da due parti che simboleggiano l'orecchio, la parte uditiva dell'uomo. In pratica si tratta di tre orecchie. Tutto per poter esprimere atteggiamenti di ascolto, attenzione ed obbedienza.
Il secondo carattere invece, Su, è composto di due parti. Una che simboleggia il pesce e l'altra che simboleggia il grano, o piante di cereali in posizione eretta, così come si trovano nel campo. Risulta immediato il riferimento all'essere pasto, alimento. Questo carattere, leggermente modificato indica anche risveglio, il rinvenire, passare da morte a vita.
Ci si può facilmente accorgere di come il nome Gesù nel significato dei caratteri cinesi ci porta a intuire attraverso l'elemento grafico l'obbedienza e la figliolanza del Figlio di Dio, colui che sa udire, ascoltare, accogliere. In seconda battuta, non meno importante segue il suodiventare nutrimento per noi, ma non come un cibo qualunque, bensì un cibo che dà vita, che risveglia e ci rende capaci di superare la morte.

giovedì 14 ottobre 2010

Il Rosario, Scrigno che ci apre a Cristo


da Avvenire.it

di Giacomo Gambassi.

Cita il gesuita francese Pierre Teilhard de Chardin che in una sua lettera scriveva: «Nel Rosario tutta la nostra vita si cristianizza attraverso lo sviluppo dell’Ave Maria». «Ecco, proprio questa forma di preghiera che definirei unica ci dà modo di assimilare ciò che Cristo ha vissuto e quanto la Chiesa proclama e celebra», spiega il monfortano padre Stefano De Fiores, docente alla Pontificia Facoltà Teologica «Marianum» e presidente dell’Associazione mariologica interdisciplinare italiana.

Da secoli il mese di ottobre ha al centro il Rosario. Una tradizione con radici precise. «Richiama la battaglia di Lepanto dell’ottobre 1571 in cui si sono affrontate le flotte dell’Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa – afferma De Fiores –. La vittoria è stata attribuita alla Madonna del Rosario da san Pio V il quale, ancora prima di avere informazioni precise, aveva dato la lieta novella sottolineando che era stato fermato un pericolo per l’Europa. Da qui la volontà di dedicare questo mese alla valorizzazione del Rosario».

Una preghiera che il mariologo definisce una «pratica senza eguali fra gli esercizi di pietà e le espressioni di devozione che caratterizzano l’Occidente cristiano». Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, nel 1978, l’aveva chiamata «la mia preghiera prediletta». E De Fiores ricorda che papa Wojtyla vedeva nel Rosario «una contemplazione dei misteri di Cristo con il cuore della Madre». «Grazie allo sguardo di Maria – aggiunge il docente – troviamo come in uno scrigno prezioso la vita di Cristo in tutte le sue valenze. Basti pensare alla quadriforme espressione dei misteri: gaudiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi. Quindi si tratta di continuare nella Chiesa quella contemplazione di Gesù iniziata dalla Vergine».

Fulcro è l’Ave Maria recitata dieci volte in ogni mistero. «La ripetizione appartiene alle religioni. Non abbiamo altri modi di interiorizzare ciò in cui crediamo se non seguendo questa strada. La mentalità razionalista ritiene che sia sufficiente presentare un concetto appena una volta per comprenderlo. Invece le verità di fede vanno fatte proprie e ripensate. In effetti serve unaruminatio».

E con le dita che sfiorano i grani della corona il Rosario diventa preghiera tattile. «Il corpo non può essere assente – chiarisce il mariologo –. Direi che più le mani si muovono, più si è portati a meditare. Oggi si parla giustamente di una spiritualità del corpo: il corpo aiuta l’anima a elevarsi. E la corona consente che ci sia una partecipazione integrale nella preghiera».

Ma il Rosario non è una pratica a sé. Del resto Paolo VI lo definiva un «supporto» alla liturgia. «Per questo – aggiunge De Fiores – è bene che il Rosario sia collegato alla liturgia. Così i tempi liturgici possono influire sulla scelta dei misteri. Perché, ad esempio, il 6 gennaio non accennare all’Epifania di Cristo proprio nei misteri? E questa armonizzazione con la liturgia è stata ben mostrata dal magistero pontificio in cui il Rosario è ritenuto un efficace compendio del Vangelo».

Da qui il richiamo a uno "stile" che la preghiera mariana può assumere. «Per essere toccati dalla sua bellezza servono pause di silenzio, un bel canto del Gloria a lode della Trinità e soprattutto la proclamazione della Parola. Infatti si tratta di una preghiera eminentemente biblica, come ha evidenziato Benedetto XVI. Va quindi favorito il legame fra la Scrittura e il Rosario che non fa altro che meditare il Verbo attraverso il mistero dell’incarnazione, autentico perno di questa preghiera».

Comunque alcuni accorgimenti possono essere utili.

«Per avvicinare i giovani è possibile animate le "poste" (o decine) del Rosario secondo i linguaggi dei ragazzi e renderle vive con l’aggancio all’attualità. Oppure si può ricorrere a proiezioni di immagini artistiche che faranno del Rosario anche un mezzo di catechesi in quanto un’icona parla e spiega». Poi ci sono le intenzioni. «Due le ha esplicitate Giovanni Paolo II: la pace e la famiglia. Certo possono essere ampliate ai molteplici ambiti della vita. E, quando nella seconda parte dell’Ave Maria diciamo "Santa Maria…", entriamo in una dimensione di intercessione con la quale ci affidiamo alla Madre di Dio».

NON ESISTE... IL CASO.



Pubblico qui di seguito, visto che ieri sera ho tirato fuori questa vecchia citazione da facebook e a molti è piaciuta, un brano tratto da "Ho cercato e ho trovato" di Fratel Carlo Carretto riguardante "il caso".


Ce ne ho messo del tempo ma ci sono arrivato.
E sono tanto contento.
E lo vorrei dire ai piccoli, ai più piccoli fra di voi, miei amici, ve lo vorrei dire come si dice un segreto tanto semplice ma importante, molto importante: come una di quelle verità a cui si giunge dopo aver camminato molto, pensato molto, e che si dice tutto in poche parole, ma capaci di risolvere problemi enormi; problemi che ti hanno impegnqato tutta la vita e attorno ai quali hai girato, girato inutilmente, affaticandoti e complicando all'infinito le cose più semplici.
Ecco il segreto: il caso non esiste.
Il caso è una parola fuori senso, e anche se ricorre all'infinito nel nostro modo di pensare ed agire, è un puro fantasma, è la soluzione sbagliata di un problema, è un qualcosa accettato da autentici inconscienti o meglio da ciechi.
Il caso non esiste.
A meno che "caso" non intendiamo ciò che dice così bene Anatole France con questa stupenda espressione : - Il caso è lo pseudonimo che Dio usa quando non si firma personalmente -.
No, il caso non esiste.
Esiste solo la volontà di Dio, volontà che riempie l'universo intero, guida le stelle, determina le stagioni, chiama ogni cosa per nome, dà la vita e dà la morte, provvede alle creature, le veste di bellezza e di armonia e soprattutto vuole la salvezza di tutti, vince il male, costruisce il suo regno che è regno di giustizia e di pace, regno di verità e di amore, regno di resurrezione e di vita.
Nulla sfugge a questa volontà.
Non una cellula è fuori posto, non un atomo è lì per caso, non un numero è senza conto nell'universo intero.
La storia, che è la manifestazione di questo indicibile e possente lavorio, sovente nascosto, incomprensibile e doloroso, è dominata perfettamente da questa volontà che la conduce verso la sfolgorante manifestazione dei Figli di Dio.
Il male, l'oscurità, la sofferenza, la morte fisica sono solo tappe necessarie al grande cammino che stiamo tutti compiendo per rendere più vera, più luminosa, più comprensiva e più evidente la vittoria di Dio.
D'ora innanzi non dirò più "è un caso", dirò pregando : - E' la Tua volontà, o mio Signore - .

mercoledì 13 ottobre 2010

appuntamento importante..

Felix Martiello ha frequentato la Gifra nella nostra fraternità di Pisa, ma un brutto male lo ha portato via l'anno scorso; nel suo testamento ha lasciato la sua casa in Slovacchia ai frati in modo da metterla a disposizione della Gifra... e sempre nel testamento ha espressamente e fermamente affermato di sentirsi appartenente alla Gifra... è un gesto davvero carico di grande significato ed è un esempio di spirito di appartenenza e di dedizione al carisma francescano e in particolare alla Gifra, che non possono che renderci orgogliosi di aver incontrato Felix lungo il nostro cammino... è x questo motivo che come Gifra abbiamo pensato di intestare a Felix la nostra fraternità... da quest'anno si chiamerà: Fraternità Gifra di Pisa "Felix Martiello": è un modo x ringraziare Felix e x ricordare e marchiare x sempre il suo nome nella nostra fraternità... Tutto ciò avverrà in forma ufficiale Sabato 23 Ottobre. L'appuntamento è alle 21 nella Chiesa di Santa Croce e spero che quella sera ci sia davvero tanta gente in modo da vivere, insieme a tutte le persone che hanno conosciuto Felix, un bel momento di ricordo e di gioia...
A presto. Silvio (presidente della fraternità di Pisa)

Promessa Fraternità Lucignano


Domenica 24 ottobre alle ore 17.00 la fraternità di Lucignano celebrerà la promessa con grande gioia ed entusiasmo! Dove? presso il convento dei cappuccini a Lucignano (AR) in via dei cappuccini ovviamente!!! :P
Siamo stati invitati a condividere con loro questo particolare momento di gioia fraterna, anche perchè dopo la s.Messa la festa proseguirà con uno favoloso rinfresco!
Gianluca, il presidente della fraternità di Lucignano, ci ha chiesto di comunicare in quanti andremo, quindi comunicate a me chi verrà e chi meno... informerò io stesso Gianluca!
Riccardo

giovedì 7 ottobre 2010

il video dell'estate 2o1o!!!

Ecco a voi, direttamente da orebonline.blogspot.com, il video realizzato dai frati su tutte le attività della scorsa estate! Buon divertimento!

mercoledì 6 ottobre 2010

Finalmente si inizia!!!


E' ufficiale! Le attività della Gioventù Francescana di Sinalunga ripartono questo venerdì 8 ottobre alle ore 21.00 al nostro tanto amato Santuario della Madonna del Rifugio a Sinalunga.
Il primo incontro di quest'anno lo dedichiamo alle "conoscenze" ovvero...
Ci presenteremo a chi si avvicina e a chi è curioso di conoscere il nostro stile e il nostro modo di camminare secondo l'esempio di Francesco e Chiara di Assisi "dietro Cristo povero e crocifisso"e allo stesso modo saremo felici di conoscere chi è curioso di conoscerci (scusate il rigirìo di parole). Ricordo che i nostri incontri sono aperti a tutti i giovani dai 16 ai 30 anni, e non vi vergognate a venire, soli o in compagnia!
Le info e i contatti sono sulla colonna destra del blog, non esitate a farvi sentire.
Il Signore vi dia pace!
ricca