lunedì 29 agosto 2011

Festival Francescano 2011: Francesco d'Italia


FESTIVAL FRANCESCANO 2011: FRANCESCO D’ITALIA
Nella città del tricolore, Reggio Emilia, il 23, 24 e 25 settembre si festeggia “il più santo degli italiani”: Francesco d’Assisi. Ricco di originali sorprese il programma con più di 60 appuntamenti

Il modo più originale per festeggiare il 150° dell’Unità d’Italia? Il Festival Francescano che si terrà a Reggio Emilia, città dove è nato il tricolore, il 23, 24 e 25 settembre 2011. San Francesco è Patrono d’Italia e, come disse Giovanni Paolo II: “difficilmente si potrebbe trovare un’altra figura che incarni in sé in modo altrettanto ricco e armonioso le caratteristiche proprie del genio italico”.

La terza edizione di Festival Francescano, promossa e organizzata dal Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna, declina attraverso conferenze, spettacoli e attività per bambini il modo in cui il francescanesimo ha contribuito a costruire i valori di riferimento della cultura italiana. La formula dell’evento, che lo scorso anno ha registrato 25.000 presenze, è simile a quella degli altri Festival, mentre la sua declinazione unica riesce a intercettare un bisogno di spiritualità sempre più presente nella società contemporanea.

Il messaggio di fraternità, servizio e dialogo sarà testimoniato da grandi protagonisti della società civile italiana come Ernesto Olivero, più volte candidato al Nobel per la Pace e Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. Hanno colto l’invito del Festival anche personalità della politica come Romano Prodi, già presidente del Consiglio e Giuseppe Pisanu, già ministro dell’Interno. Non mancheranno rappresentanti del mondo accademico come Alberto Melloni, massimo esperto del Concilio Vaticano II; Valerio Onida, Presidente dell’Associazione italiana dei costituzionalisti e la psicologa Maria Rita Parsi, recentemente insignita del Premio nazionale “Paolo Borsellino” per l’impegno sociale e civile. Ospiti anche grandi giornalisti e scrittori come Armando Massarenti, responsabile della pagina “Scienza e filosofia” dell’inserto domenicale de “Il Sole 24 Ore” ed Enrico Brizzi, autore del famosissimo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. Brizzi porterà a Reggio Emilia il progetto “Italica 150”: un romanzo, una mostra fotografica e contributi audio-video frutto dei 2.100 Km percorsi a piedi per rispondere alla domanda “chi sono oggi gli italiani?”.

La musica di Giovanni Allevi, definito il Mozart del 2000, farà da colonna sonora alla manifestazione, mentre il teatro italiano più famoso al mondo, quello del Premio Nobel Dario Fo, sarà interpretato da Mario Pirovano con “Lu santo jullàre Françesco”: una fabulazione sulla vita del santo che prende spunto da testi canonici e da favole popolari. Per il “giullare Francesco” non potevano poi mancare le canzoni piene di vita di Niccolò Fabi e, per i più piccoli, del mitico “Piccolo Coro Mariele Ventre dell’Antoniano”.
Tra frati che fanno magie e simpatici clown, anche i bambini avranno tante occasioni di divertimento. Ma sono le attività didattiche il fiore all’occhiello del Festival, che quest’anno ospita anche un esperimento di teatro che educa alla memoria attiva firmato dalla Scuola di Pace di Monte Sole e dalla compagnia teatrale Archivio Zeta.

La grande arte sacra sarà presente al Festival grazie alla Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla che allestirà una mostra su Guido Reni (1575-1642), mentre una preziosa reliquiadi San Francesco, un lembo del saio insanguinato dalle stigmate, verrà straordinariamente spostato dal Santuario de La Verna a Reggio Emilia.

Il Festival Francescano è organizzato in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia. Patrocini: Regione Emilia-Romagna, Assessorato alla Cultura e Assemblea Legislativa; Provincia di Reggio Emilia.

Il programma completo su: www.festivalfrancescano.it,

martedì 23 agosto 2011

JMJ Madrid!


da gifratoscana.org

Il Signore vi dia pace!

Quale saluto migliore per cominciare a raccontarvi l'esperienza che abbiamo vissuto nei giorni scorsi come gifrini d'Italia prima ma sopratutto Toscani. Più che una cronaca di cosa è successo e di cosa abbiamo fatto-visitato mi piacerebbe raccontare e anche condividere le emozioni a caldo, senza ragionarci troppo sopra. Se dovessi riassumere l'intera GMG in poche parole sicuramente sceglierei queste:incontro, abbraccio e sorriso. Questo perché da ex-gifrino minore mi sono ritrovato ad affrontare la partenza per questo splendido viaggio con una grande voglia, quella di conoscere in primis l'esperienza cristiana e francescana degli ex-gifrini cappuccini e oggi, ora posso dire con sincerità di cuore e di spirito che sento molto più di 10 giorni fa questa unità "dietro Cristo povero e crocifisso". Per me è stato davvero con tutti voi un incontro, un incontro vero.. quello che non si ferma al "come ti chiami" ma quello che legge dentro lo sguardo dell'altro la stessa esperienza di Dio.

A Torino, durante il gifraevento abbiamo visitato e ascoltato delle stupende testimonianze sia al Cottolengo che al Sermig, l'arsenale della Pace. L'esperienza di Ernesto Oliviero non può non aver toccato il profondo del cuore di ognuno di noi e voglio in questa sede rinnovare l'invito che lui stesso ci ha fatto ad abbandonarci al Signore perchè proprio come lui stesso ci ha detto abbandonarsi significa diventare come una vela, lasciarsi in balia del vento; ma quel vento non è un vento qualsiasi, è Dio, è un vento che sa come e dove soffiare e che ci conduce alla nostra intima felicità. Per non dilungarmi troppo vorrei condividere con voi soltanto le cose che veramente mi hanno segnato perchè come ci insegna la saggezza dei nostri fratelli ortodossi "un buon discorso è d'argento, ma un buon discorso breve è d'oro!". La catechesi madrilena di mons. Bruno Forte è stata biblicamente parlando davveroterribile: il tema di quel giorno è stato "saldi nella fede" e personalmente ho sentito uscire dalla bocca di questo vescovo tante tante parole che possono uscire soltanto da un uomo di Dio, un uomo che ha appunto incontrato il Signore Gesù. A tal proposito vorrei lanciarvi nuovamente una provocazione per fermarsi un attimo a riflettere invece di riprendere subito il tran tran del mondo che ci riempie a tal punto da farci smettere di pensare: Barth ha detto che il nostro Dio è un Dio che ha tempo per l'uomo e il vescovo Bruno ci ha regalato questa perla della saggezza araba che dice così: "se c'è una formica nera su una pietra nera in una notte oscura Dio la vede e la ama". Sempre riguardo la fede ci ha ricordato che il credente è un povero ateo che ogni giorno si sforza di credere in Dio, e allora sforziamoci no? :P

Concludo regalandovi qualche riga sugli ultimi due giorni a Cuatro Vientos con il papa... pensare che 2 milioni di giovani (e meno giovani!) da tutto il mondo si sono riuniti per lo stesso motivo mi fa venire la pelle d'oca, tutti sotto quella croce, tutti per Lui,tutti rimasti a prendere litri e litri d'acqua e invece di demoralizzarsi ci hanno riso sopra. Ecco quel sorriso, il nostro sorriso.

Il papa ci invita a farci testimoni di Cristo con la vita, anche dove c'è ateismo e indifferenza, a scuola, a lavoro e in ogni ambiente in cui siamo chiamati a vivere e se è vero come ci ha detto Oliviero che NOI siamo la generazione di questo papa non possiamo lasciarci scivolare addosso queste parole! Non possiamo lasciarle al vento.. dobbiamo farle nostre!

L'esperienza è giunta al termine, ma voi tutti sapete che ogni fine significa un nuovo inizio vero? Allora buon inizio a tutti voi! vi saluto augurandovi che sia l'inizio di una storia d'amore..

uno stritolante abbraccio

ricca

venerdì 5 agosto 2011

Chiara: impronta della Madre di Dio


Agosto è appena iniziato e noi già abbiamo un appuntamento importante su cui fissare il nostro sguardo: giovedi 11, la nascita al cielo di Chiara d'Assisi.
Già dal 21 maggio di quest'anno la vicina città di Cortona si è rivestita di francescanesimo inaugurando 5 mesi di festeggiamenti per gli 800 anni del passaggio di san Francesco, che nel 1211 andò lì, in piazza, a predicare il Vangelo.

E stavolta è il turno di Chiara!

Anche per la "pianticella" questo 2011 porta grandi festeggiamenti, in particolare ricorrono gli 800 anni della sua consacrazione, quando appunto lei, diciottenne, nella notte della domenica delle Palme del 1211 fuggendo dalla sua ricca casa paterna, lascia tutto e segue Cristo, adottando la forma di vita di Francesco. Si consacra presso la Porziuncola, il Serafico le taglia i capelli e le dona l'abito penitenziale.

Ci sembrava quindi una buona idea proporre a tutti i lettori del nostro blog questo articolo di Sr Nella Letizia per il ciclo di articoli "Chiara d'Assisi: 800 anni della consacrazione", suggeritoci da Monica Cardarelli (www.laperfettaletizia.com).Buona lettura!

«Come la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente, così anche tu, seguendo le sue orme, specialmente quelle di umiltà e povertà, senza alcun dubbio lo puoi sempre portare spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale, contenendo colui dal quale tu e tutte le cose sono contenute, possedendo ciò che si possiede più saldamente rispetto agli altri possessi transitori di questo mondo» (FF 2893)

Il 2 agosto, festa di S. Maria degli Angeli alla Porziuncola, segna l'inizio della novena di S. Chiara: una coincidenza significativa che rimanda al forte legame esistente tra la Vergine degli Angeli e la santa assisiate, la cui vocazione nacque proprio in quel luogo a lei dedicato tanto caro a Francesco, come ci ricorda il suo biografo: «Non era opportuno che l’Ordine della verginità, suscitato alla sera dei tempi, fiorisse in altro luogo che non fosse quella cappella dedicata a colei che, prima fra tutte e fra tutte la più degna, sola fu madre e vergine» (FF 3171). Non solo la vocazione, ma tutta la vita di Chiara si svolse sotto l’egida di Maria, tanto che, se di Francesco si dice che fu l’alter Christus, Chiara è definita l’altera Maria, conformità che è sottolineata dallo stesso Francesco che attribuisce ad entrambe l'appellativo «sposa dello Spirito Santo» (FF 281, 2788).

Il suo amore per la Vergine emerse in modo particolare nei 40 anni trascorsi a San Damiano e fu testimoniato durante il Processo di canonizzazione dalle Sorelle che vissero con lei, che unanimemente la accostarono alla Madre di Gesù, per l’esemplarità di vita e le virtù di cui abbondava. Suor Cristiana de Messere Cristiano de Parisse disse di Chiara che «tutto quello de santità che se pò dire de alcuna santa donna dopo la Vergine Maria, in verità se possa dire de lei» (FF 3020); e suor Balvina de Messere Martino da Coccorano e suor Benvenuta de Madonna Diambra de Assisi affermarono che «da la Vergine Maria in qua, niuna donna fusse de maggiore merito che essa madonna (Chiara)» (FF 3051 e 3084).

Due in particolare sono gli aspetti della Vergine Maria che maggiormente influenzarono la sua via di conformazione a Cristo: la povertà e la maternità spirituale. Chiara desiderò imitare Maria nella povertà, per seguire e fare proprio l’esempio di Francesco, che le aveva espressamente scritto: «Io, frate Francesco piccolino, voglio seguire la vita e la povertà dell'altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre, e perseverare in essa sino alla fine. E prego voi, mie signore e vi consiglio che viviate sempre in questa santissima vita e povertà» (FF 2790). Chiara abbracciò con gioia e fermezza "madonna povertade", perché rappresentava l’esperienza di spogliamento vissuta dal Signore nell’incarnazione, ed esortava le sorelle a fare altrettanto, per «conformarsi nel loro piccolo nido di povertà a Cristo povero, che la Madre poverella depose piccolino in un angusto presepio» (FF 3185). La contemplazione della scena di Betlemme, accanto a quella dell’umiliazione della Croce, fu sempre davanti ai suoi occhi e fu alla base della scelta radicale di non possedere beni, scelta che le fece chiedere al Papa il privilegio della povertà per lasciare il cuore libero di amare totalmente Cristo, come fece la sua santissima Madre.

Chiara, poverella di Cristo, non rimase però povera di frutti, perché visse la sua verginità come condizione per una più ampia fecondità umana e spirituale, testimoniando che la consacrazione non è sterilità, anzi, è occasione per vivere in sé, come Maria, il mistero della nascita del Signore. «È ormai chiaro che per la grazia di Dio la più degna tra le creature, l’anima dell'uomo fedele, è più grande del cielo, poiché i cieli con tutte le altre creature non possono contenere il creatore, mentre la sola anima fedele è sua dimora e sede» (FF 2892).La maternità spirituale di Chiara fu anche un’esperienza umana concreta, che si esplicò nel "generare" e "nutrire" nella fede le tante sorelle che scelsero di vivere la sua stessa forma di vita e alle quali si dedicò con la generosità e la premura di una madre. Racconta la Leggenda che «questa venerabile abbadessa non soltanto amò le anime delle sue figlie, ma anche servì i loro fragili corpi con una grande attenzione di carità. Infatti spesso, durante il freddo della notte, copriva di propria mano quelle che dormivano ed ebbe riguardo per le invalide, che vedeva incapaci di conservare l’austerità comune, volendo che fossero contente di un regime di vita più moderato. Se qualcuna era turbata da una tentazione, se qualcun’altra, come può accadere, era presa da una mestizia, in segreto, chiamatele a sé, con lacrime le consolava. Talvolta si metteva ai piedi delle sofferenti per alleviare con carezze materne la forza del dolore » (FF3233).La sua maternità non è poi cessata con la morte, anzi ha "gemmato" lungo questi 8 secoli migliaia di donne di tutte le età, razze e culture, che ancora oggi nei monasteri sparsi nei cinque continenti incarnano il carisma di Chiara e del suo "piantatore" Francesco nella sequela del Cristo povero e crocifisso per essere «specchio ed esempio a quanti vivono nel mondo» (FF 2829) della tenerezza e della provvidenza del Padre delle misericordie. E da buona madre Chiara continua a benedire tutti «con tutte le benedizioni con le quali il Padre delle misericordie benedisse e benedirà in cielo e in terra i figli e le figlie, e con le quali un padre e una madre spirituale benedisse e benedirà i suoi figli e le sue figlie spirituali» (FF 2856).