mercoledì 17 aprile 2013

Maria che scioglie i NODI...

Papa Francesco devoto alla “Madonna che scioglie i nodi”

Negli anni ’80, quando Papa Francesco era solo il sacerdote Jorge Bergoglio, scoprì durante un viaggio in Germania una immagine della Madonna -la cosiddetta “Knotenloeserin” o Vergine che scioglie i nodi- di cui riportò in Argentina varie riproduzioni e che è ormai l’oggetto di una forte venerazione popolare a Buenos Aires. L’immagine, attribuita al pittore settecentesco Johann Georg Melchior Schmidtner, si trova nella chiesa di St. Peter am Perlach ad Augusta, nel Sud della Baviera, e rappresenta la Madonna che scioglie i nodi di un lungo nastro che gli è offerto da angeli che si trovano alla destra del quadro, mentre altri angeli a sinistra raccolgono il tessuto ormai liscio. Il “sacerdote” Bergoglio fu colpito subito da quest’allegoria del ruolo di mediatrice della madre di Gesù e decise così di portarla con sé a Buenos Aires, dove iniziò a distribuirla a sacerdoti e fedeli.


NOVENA A “MARIA CHE SCIOGLIE I NODI”
 Come pregare la Novena:
1. Fare il segno della Croce;
2. Recitare l’atto di contrizione. Chiedere perdono per i nostri peccati e, soprattutto, proporre di non commetterli mai più;
3. Recitare le prime tre decine del Rosario;
4. Leggere la meditazione propria di ogni giorno della novena;
5. Poi recitare le due ultime decine del Rosario;
6. Finire con la Preghiera a Maria che scioglie i nodi.

Vi spiego meglio in dettaglio:
Si fa prima il segno della Croce, poi l'atto di contrizione sarebbe la preghiera ATTO DI DOLORE, poi si comincia il Santo Rosario normalmente, poi dopo il terzo mistero del Rosario si legge la meditazione del giorno della Novena (ad esempio il PRIMO GIORNO, poi il giorno seguente si legge il SECONDO GIORNO e cosi' via per gli altri giorni...), poi si continua il Rosario con il quarto e il quinto Mistero, poi alla fine (dopo la Salve Regina, le Litanie Lauretane e il Pater, Ave e Gloria per il Papa) si conclude il Rosario e la Novena con la Preghiera a Maria che scioglie i nodi riportata a fine Novena (volendo puoi aggiungere anche la Supplica riportata sempre a fine Novena)...



PRIMO GIORNO
Santa Madre mia amata, Santa Maria, che Scioglie i "nodi" che opprimono i tuoi figli, stendi le tue mani misericordiose verso di me. Ti do oggi questo "nodo"(nominarlo se possibile..) e ogni conseguenza negativa che esso provoca nella mia vita. Ti do questo "nodo" che mi tormenta, mi rende infelice e mi impedisce di unirmi a Te e al tuo Figlio Gesù Salvatore. Ricorro a te Maria che scioglie i nodi perchè ho fiducia in te e so che non hai mai disdegnato un figlio peccatore che ti supplica di aiutarlo. Credo che tu possa sciogliere questi nodi perchè sei mia Madre. So che lo farai perchè mi ami con amore eterno. Grazie Madre mia amata.
"Maria che scioglie i nodi" prega per me.
 Chi cerca una grazia,la troverà nelle mani di Maria.

SECONDO GIORNO
Maria, madre molto amata, piena di grazia, il mio cuore si volge oggi verso di te. Mi riconosco peccatore e ho bisogno di te. Non ho tenuto conto delle tue grazie a causa del mio egoismo,del mio rancore,della mia mancanza di generosità e di umiltà.
Oggi mi rivolgo a te, "Maria che scioglie i nodi" affinchè tu domandi per me, a tuo Figlio Gesù la purezza di cuore , il distacco, l'umiltà e la fiducia. Vivrò questa giornata con queste virtù. Te le offrirò come prova del mio amore per te. Ripongo questo "nodo" (nominarlo se possibile..) nelle tue mani perchè mi impedisce di vedere la gloria di Dio.
"Maria che sciogli i nodi" prega per me.
 Maria offri a Dio ogni istante della sua vita.

TERZO GIORNO
Madre mediatrice,Regina del cielo, nelle cui mani sono le ricchezze del Re, rivolgi a me i tuoi occhi misericordiosi. Ripongo nelle tue mani sante questo "nodo" della mia vita (nominarlo se possibile...), e tutto il rancore che ne risulta.
Dio Padre, ti chiedo perdono per i miei peccati. Aiutami ora a perdonare ogni persona che consciamente o inconsciamente, ha provocato questo "nodo". Grazie a questa decisione Tu potrai scioglierlo. Madre mia amata davanti a te, e in nome di tuo Figlio Gesù, mio Salvatore, che è stato tanto offeso, e che ha saputo perdonare, perdono ora queste persone........ e anche me stesso per sempre."Maria che sciogli i nodi", ti ringrazio perchè sciogli nel mio cuore il "nodo" del rancore e il "nodo" che oggi ti presento. Amen.
"Maria che sciogli i nodi" prega per me.
 Chi vuole le grazie si rivolga a Maria.

QUARTO GIORNO
Santa Madre mia amata, che accogli tutti quelli che ti cercano, abbi pietà di me. Ripongo nelle tue mani questo "nodo" (nominarlo se possibile....).
Mi impedisce di essere felice,di vivere in pace,la mia anima è paralizzata e mi impedisce di camminare verso il mio Signore e di servirlo.
Sciogli questo "nodo" della mia vita, o Madre mia. Chiedi a Gesù la guarigione della mia fede paralizzata che inciampa nelle pietre del cammino. Cammina con me, Madre mia amata, perchè sia consapevole che queste pietre sono in realtà degli amici; cessi di mormorare e impari a rendere grazie, a sorridere in ogni momento, perchè ho fiducia in te.
"Maria che sciogli i nodi" prega per me.
 Maria è il sole e tutto il mondo benefica del suo calore.

QUINTO GIORNO
"Madre che scioglie i nodi" generosa e piena di compassione, mi volgo verso di te per rimettere, una volta di più, questo "nodo" nelle tue mani (nominarlo se possibile....). Ti chiedo la saggezza di Dio, perchè io riesca alla luce dello Spirito Santo a sciogliere questo cumulo di difficoltà.
Nessuno ti ha mai vista adirata, al contrario,le tue parole sono così piene di dolcezza che si vede in te lo Spirito Santo. Liberami dall'amarezza, dalla collera e dall'odio che questo "nodo" mi ha causato.
Madre mia amata, dammi la tua dolcezza e la tua saggezza, insegnami a meditare nel silenzio del mio cuore e così come hai fatto il giorno della Pentecoste, intercedi presso Gesù perchè riceva nella mia vita lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio venga su di me.
"Maria che sciogli i nodi" prega per me.
 Maria è onnipotente presso Dio.

SESTO GIORNO
Regina di misericordia, ti do questo "nodo" della mia vita (nominarlo se possibile...) e ti chiedo di darmi un cuore che sappia essere paziente finchè tu sciolga questo "nodo". Insegnami ad ascoltare la Parola del tuo Figlio, a confessarmi, a comunicarmi, perciò resta con me Maria.
prepara il mio cuore a festeggiare con gli angeli la grazia che tu mi stai ottenendo.
"Maria che sciogli i nodi" prega per me.
 Sei bellissima Maria e nessuna macchia è in te.

SETTIMO GIORNO
Madre purissima, mi rivolgo oggi a te: ti supplico di sciogliere questo "nodo" della mia vita ( nominarlo se possibile...) e di liberarmi dall'influenza del male. Dio ti ha concesso un grande potere su tutti i demoni. Oggi rinuncio ai demoni e a tutti i legami che ho avuto con loro. Proclamo che Gesù è il mio unico Salvatore e il mio unico Signore.
O " Maria che sciogli i nodi" schiaccia la testa del demonio. Distruggi le trappole provocate da questi "nodi" della mia vita. Grazie Madre tanto amata. Signore, liberami con il tuo prezioso sangue!
"Maria che sciogli i nodi" prega per me.
 Sei la gloria di Gerusalemme, sei l'onore del nostro popolo.

OTTAVO GIORNO
Vergine Madre di Dio, ricca di misericordia, abbi pietà di me, tuo figliolo e sciogli i "nodi" (nominarlo se possibile....) della mia vita.
Ho bisogno che tu mi visiti, così come hai fatto con Elisabetta. Portami Gesù, portami lo Spirito Santo. Insegnami il coraggio, la gioia, l'umiltà e come Elisabetta, rendimi piena di Spirito Santo. Voglio che tu sia mia Madre, la mia Regina e la mia amica. Ti do il mio cuore e tutto ciò che mi appartiene: la mia casa, la mia famiglia, i miei beni esteriori e interiori. Ti appartengo per sempre.
Metti in me il tuo cuore perchè io possa fare tutto ciò che Gesù mi dirà di fare.
 "Maria che sciogli i nodi" prega per me.

Camminiamo pieni di fiducia verso il trono della grazia.

NONO GIORNO
Madre Santissima, nostra avvocata, Tu che sciogli i "nodi" vengo oggi a ringraziarti di aver sciolto questo "nodo" (nominarlo se possibile...) nella mia vita. Conosci il dolore che mi ha causato. Grazie Madre mia amata,Ti ringrazio perchè hai sciolto i "nodi" della mia vita. Avvolgimi con il tuo manto d' amore, proteggimi, illuminami con la tua pace.
 "Maria che sciogli i nodi" prega per me.

PREGHIERA A NOSTRA SIGNORA CHE SCIOGLIE I NODI (da recitare a fine Rosario)
Vergine Maria, Madre del bell'Amore, Madre che non ha mai abbandonato un figliolo che grida aiuto, Madre le cui mani lavorano senza sosta per i suoi figlioli tanto amati, perchè sono spinte dall'amore divino e dall'infinita misericordia che esce dal Tuo cuore volgi verso di me il tuo sguardo pieno di compassione. Guarda il cumulo di "nodi" della mia vita.
Tu conosci la mia disperazione e il mio dolore. Sai quanto mi paralizzano questi nodi Maria, Madre incaricata da Dio di sciogliere i "nodi" della vita dei tuoi figlioli, ripongo il nastro della mia vita nelle tue mani.

Nelle tue mani non c'è un "nodo" che non sia sciolto.
Madre Onnipotente, con la grazia e il tuo potere d'intercessione presso tuo Figlio Gesù, mio Salvatore, ricevi oggi questo "nodo" (nominarlo se possibile...). Per la gloria di Dio ti chiedo di scioglierlo e di scioglierlo per sempre. Spero in Te.
Sei l'unica consolatrice che Dio mi ha dato. Sei la fortezza delle mie forze precarie, la ricchezza delle mie miserie, la liberazione di tutto ciò che mi impedisce di essere con Cristo.
Accogli il mio richiamo. Preservami, guidami proteggimi, sii il mio rifugio.

Maria,che scioglie i nodi, prega per me.
Madre di Gesù e Madre nostra, Maria Santissima Madre di Dio; tu sai che la nostra vita è piena di nodi piccoli e grandi. Ci sentiamo soffocati, schiacciati, oppressi e impotenti nel risolvere i nostri problemi. Ci affidiamo a te, Madonna di Pace e di Misericordia. Ci rivolgiamo al Padre per Gesù Cristo nello Spirito Santo, uniti a tutti gli angeli e ai Santi. Maria incoronata da dodici stelle che schiacci con i tuoi santissimi piedi la testa del serpente e non ci lasci cadere nella tentazione del maligno, liberaci da ogni schiavitù, confusione e insicurezza. Dacci la tua grazia e la tua luce per poter vedere nelle tenebre che ci circondano e seguire la giusta strada. Madre generosa, ti presentiamo supplichevoli la nostra richiesta d'aiuto. Ti preghiamo umilmente:

· Sciogli i nodi dei nostri disturbi fisici e delle malattie incurabili: Maria ascoltaci!

· Sciogli i nodi dei conflitti psichici dentro di noi, la nostra angoscia e paura, la non accettazione di noi stessi e della nostra realtà: Maria ascoltaci!

· Sciogli i nodi nella nostra possessione diabolica: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi nelle nostre famiglie e nel rapporto con i figli: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi nella sfera professionale, nell'impossibilità di trovare un lavoro dignitoso o nella schiavitù di lavorare con eccesso: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi dentro la nostra comunità parrocchiale e nella nostra Chiesa che è una, santa, cattolica, apostolica: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi fra le varie Chiese cristiane e confessioni religiose e dacci l'unità nel rispetto delle diversità: Maria ascoltaci!
 · Sciogli i nodi nella vita sociale e politica del nostro Paese: Maria ascoltaci!
 · Sciogli tutti i nodi del nostro cuore per poter essere liberi di amare con generosità: Maria ascoltaci!
 Maria che sciogli i nodi, prega per noi tuo Figlio Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
  
Dopo la Preghiera a "Maria che scioglie i nodi" potete recitare questa Supplica:
 Supplica a Maria che scioglie i nodi:
O Vergine Immacolata, Vergine Benedetta, Tu sei la dispensatrice universale di tutte le Grazie di Dio. Sei la speranza di ogni uomo e la mia speranza. Ringrazio sempre ed in ogni momento il mio amato Signore Gesù che mi ha permesso di conoscerti, e mi ha fatto capire come posso ricevere le Grazie Divine ed essere salvato. Questo modo sei Tu stessa, Augusta Madre di Dio, perché so, grazie principalmente ai Meriti di Gesù Cristo, e poi alla Tua intercessione che io posso raggiungere la Salvezza Eterna. O mia Signora che sei stata così sollecita nel visitare Elisabetta, per santificarla, Ti prego, affrettati a venire a visitare la mia anima. Meglio di me, Tu sai quanto sia misera e quanti mali l'affliggono: affezioni sregolate, cattive abitudini, peccati commessi e tante gravi malattie che possono solo portarla alla morte eterna. Solo da Te dipende guarire la mia anima da tutte le sue infermità e sciogliere tutti i "nodi" che l’affliggono. Prega per me, o Vergine Maria, e raccomandami al Tuo Divin Figlio. Meglio di me Tu conosci le mie miserie e i miei bisogni. O Madre mia e dolce Regina prega per me il Tuo Figlio Divino e ottienimi di ricevere le Grazie che mi sono più necessarie ed essenziali per la mia Salvezza Eterna. Io mi abbandono completamente a Te. Le Tue preghiere non sono mai state respinte da Lui: sono le preghiere di una Madre al suo Figlio; e questo Figlio Ti ama così tanto, che Egli fa tutto ciò che Tu desideri al fine di aumentare la Tua Gloria e di testimoniare il grande amore che Egli prova per Te.
 "O Madonna fermiamoci lì: mi affido pienamente corpo e anima a Te; e Tu preoccupati della mia salvezza. Così sia...!"  (Sant' Alfonso Maria de' Liguori)

O Maria, esaudisci le mie preghiere.
Ricordati, o dolcissima Vergine Maria, che non abbiamo mai sentito dire che nessuno di quelli che hanno chiesto la tua protezione, implorato il tuo soccorso e chiesto la tua intercessione siano stati da Te abbandonati. Animato da una tale fiducia, o Vergine tra le Vergini, o Madre mia, vengo da Te, e mentre soffro sotto il peso dei miei peccati, mi prostro ai tuoi piedi. O Madre del Verbo, non rifiutare le mie preghiere, ma ascoltale favorevolmente ed esaudiscile. Amen. (San Bernardo)

(Imprimatur Arcivescovato- Parigi- 9.4.2001)

lunedì 15 aprile 2013

Una preghiera per ogni dito della mano

Ci vogliamo regalare oggi una preghiera anche se forse si tratta più di un invito alla preghiera che l'attuale Papa Francesco scrisse diversi anni fa, quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires.


Una preghiera per ogni dito della mano

1. Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente.
Pregare per i nostri cari è "un dolce obbligo".

2. Il dito successivo è l'indice. Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere.

3. Il dito successivo è il più alto. ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l'opinione pubblica... Hanno bisogno della guida di Dio.

4. Il quarto dito è l'anulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte. E' lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è lì per invitarci a pregare anche per le coppie sposate.

5. E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, "gli ultimi saranno i primi". Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso... Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole dalla giusta prospettiva.


    lunedì 8 aprile 2013

    Gifrino "conosci te stesso"

    Statuto della Gioventù Francescana D'Italia

    FORMA DI VITA

    Identità e natura della Gioventù Francescana.

    1. La Gi.Fra. è la Fraternità dei giovani che si sentono chiamati dallo Spirito Santo a fare l'esperienza della vita Cristiana alla luce del messaggio di S. Francesco d'Assisi, all'interno della Famiglia Francescana.
      A motivo della scelta francescana vissuta nella Secolarità, i giovani maturano la loro vocazione nell'ambito della Famiglia dell'Ordine Francescano Secolare di cui la Gioventù Francescana è parte integrante.
    2. I Giovani Francescani considerano la regola dell'O.F.S. approvata da Paolo VI, come documento ispirazionale della propria vita e come singoli e come Fraternità, confermando tale scelta mediante la " Promessa ". (cfr. art.5).
    3. La norma di vita dei giovani francescani e il Vangelo: in ogni sua parola, come in ogni uomo, essi sanno di incontrare Gesù Cristo; per questo si impegnano assiduamente " a passare dal Vangelo alla Vita e dalla Vita al Vangelo ". (Regola O.F.S. art. 4).
    4. La Gi.Fra. offre il servizio fraterno ed i mezzi per raggiungere la maturità umana, cristiana e francescana, contribuendo in tal modo a "rendere presente il carisma del comune Padre Serafico nella vita e nella missione della Chiesa". (Regola O.F.S., 1).

    Impegni e Metodi.

    1. La " Promessa" Gi.Fra. è l'impegno del giovane a conoscere ed a vivere il Vangelo secondo l'esempio di S. Francesco in seno alla propria fraternità che lo accompagna nel cammino di ricerca e di crescita spirituale.
    2. In conformità all'articolo 2, la "Forma di vita" della Gioventù Francescana è la seguente:
    a)      ...ricerchino la persona vivente ed operante di Cristo nei fratelli, nella Sacra Scrittura, nella Chiesa e nelle Azioni Liturgiche.
    La fede di S. Francesco che dettò queste parole: " niente altro vedo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo Figlio di DIO se non il Suo Santissimo Corpo ed il Santissimo Sangue", sia per essi l' ispirazione e l'orientamento per la vita Eucaristica.
    b)      Sepolti e resuscitati con Cristo nel battesimo, che li rende membri vivi della Chiesa, ...si facciano testimoni e strumenti della sua missione tra gli uomini, annunciando Cristo con la vita e con la parola.

    Ispirati da S. Francesco e con lui chiamati a ricostruire la Chiesa, si impegnino a vivere in piena comunione con il Papa, i Vescovi ed i Sacerdoti in un fiducioso ed aperto dialogo di creatività apostolica. (Regola O.F.S., art.6).
    c)      ...In virtù della loro vocazione, sospinti dalla dinamica evangelica, conformino il loro modo di pensare e di agire a quello di Cristo mediante un radicale mutamento interiore che lo stesso Vangelo designa con il none di " conversione", la quale, per l'umana fragilità, deve essere attuata ogni giorno.

    In questo cammino di rinnovamento il Sacramento della Riconciliazione è segno privilegiato della misericordia del Padre e sorgente di grazia. (Regola O.F.S.,art.7).
    d)      Come Gesù fu il vero adoratore del Padre, così facciano della preghiera e della contemplazione l'anima del proprio essere e del proprio operare.

    Partecipino alla vita sacramentale della Chiesa, soprattutto all' Eucarestia, e si associno alla preghiera liturgica in una delle forme della Chiesa stessa proposte, rivivendo così i misteri della vita di Cristo. (Regola O.F.S., art.8).
    e)      La Vergine Maria, umile serva del Signore, disponibile alla sua parola ed a tutti i suoi appelli, fu circondata da Francesco di indicibile amore e fu designata Protettrice ed Avvocata della sua Famiglia.

    I giovani francescani manifestino a Lei il loro ardente amore, con l' imitazione della sua incondizionata disponibilità e nella effusione di una fiduciosa e cosciente preghiera.
    (Regola O.F.S., art.9).
    f)        Unendosi all'obbedienza redentrice di Gesù che depose la sua volontà in quella del Padre, adempiano fedelmente agli impegni propri della condizione di ciascuno nelle diverse circostanze della vita, e seguano Cristo povero e crocifisso, testimoniando anche tra le difficoltà e le persecuzioni. (Regola O.F.S., art.10).
    g)      Cristo, fiducioso nel Padre, scelse per Se e per la Madre sua una vita povera ed umile, pur nell'apprezzamento attento ed amoroso delle realtà create; cosi ...(i giovani) cerchino nel distacco e nell'uso una giusta relazione ai beni terreni, semplificando le proprie materiali esigenze; consapevoli poi di essere, secondo il Vangelo, amministratori dei beni ricevuti a favore dei figli di Dio.

    Così, nello spirito delle " Beatitudini", s' adoperino a purificare il cuore da ogni tendenza e cupidigia di possesso e di dominio, quali " pellegrini e forestieri" in cammino verso la casa del Padre.
    h)      Testimoni dei beni futuri ed impegnati nella vocazione abbracciata all' acquisto della purità di cuore, si rendano così liberi all' amore di Dio e dei Fratelli. (Regola O.F.S.,art.12).
    i)        Come il Padre vede in ogni uomo i lineamenti del suo Figlio, primogenito di una moltitudine di fratelli,...accolgano tutti gli uomini con animo umile e cortese, come dono del Signore e immagine di Cristo.

    Il senso di fraternità li renderà lieti di mettersi alla pari con tutti gli uomini, specialmente dei più piccoli, per i quali si sforzeranno di creare condizioni di vita degne di creature redente da Cristo. (Regola O.F.S.,art.13).
    l)        Chiamati, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, a costruire un mondo più fraterno ed evangelico per la realizzazione del regno di Dio, consapevoli che " chiunque segue Cristo, Uomo perfetto, si fa lui pure più uomo", esercitino con competenza le proprie responsabilità nello spirito cristiano di servizio. (Regola O.F.S.,art.14).
    m)    Siano presenti con la testimonianza della propria vita umana ed anche con iniziative coraggiose, tanto individuali che comunitarie, nella promozione della giustizia ed in particolare nel campo della vita pubblica, impegnandosi in scelte concrete e coerenti alla loro fede. (Regola. O.F.S.,art.15).
    n)      Reputino il lavoro come dono e come partecipazione alla creazione, redenzione e servizio della comunità umana. (Reg. O.F.S.,art16).
    o)      Nella loro famiglia vivano lo spirito francescano di pace, fedeltà e rispetto della vita, sforzandosi di farne il segno di un mondo già rinnovato in Cristo. (Reg. O.F.S.,art.17).
    p)      Quali portatori di pace e memori che essa va costruita continuamente, ricerchino le vie dell' unità e delle fraterne intese attraverso il dialogo, fiduciosi nella presenza del germe divino che è nell' uomo e nella potenza trasformatrice dell' amore e del perdono.

    Messaggeri di " Perfetta Letizia", in ogni circostanza, si sforzino di portare agli altri la gioia e la speranza. 
    (Reg. O.F.S.,art.19)
    q)      Abbiano rispetto verso le altre creature, animate ed inanimate, che " dell'Altissimo portano significazione", e si sforzino di passare dalla tentazione di sfruttamento al francescano concetto di fratellanza universale.
    1. Per realizzare pienamente questa forma di vita, secondo schemi propri delle necessità del mondo giovanile e della sua pedagogia, i giovani francescani:
    a)      Vivono la fraternità come un segno visibile della Chiesa, comunità d' amore, e l' ambiente privilegiato in cui si sviluppano il senso ecclesiale e la vocazione cristiana e francescana, nonché come luogo ove naturalmente viene animata la vita apostolica dei suoi membri;
    b)      si inseriscano pienamente, in modo attivo ed operante, nella vita della Chiesa locale, aprendosi a tutte le prospettive ministeriali e pastorali;
    c)      intensificano il dialogo e la collaborazione tanto con le fraternità francescane quanto con gli altri gruppi ecclesiali, allo scopo di un maggior arricchimento reciproco e di un più efficace servizio alla Chiesa ed alla società;
    d)      rispondano generosamente alle indicazioni che le fraternità nazionale e regionale offrono in merito alla formazione attraverso i sussidi, i campi scuola, i corsi di aggiornamento, ritiri, momenti di preghiera, revisione di vita e simili iniziative atte allo scopo;
    e)      si avvalgono nell' apostolato di tutti i mezzi che si ritengono idonei per una efficace e moderna evangelizzazione (mezzi di comunicazione sociale ed artistica).
    1. La Fraternità giovanile francescana promuove incontri atti a preparare ed a formare i giovani ed i fidanzati alla vita sacramentale del matrimonio.
    2. Particolare attenzione i giovani rivolgano alle forme di volontariato, atte ad assicurare un servizio umano, responsabile e disinteressato ai fratelli, specialmente nell' ambito del proprio territorio e nella prospettiva della riconciliazione in campo nazionale ed internazionale.
    3. L' interesse dei giovani francescani è rivolto anche al momento ricreativo, che vuol essere un' ulteriore testimonianza della gioiosa esperienza di vita fraterna.

    domenica 7 aprile 2013

    Quel mare di misericordia che si riversa sul mondo


    da lanuovabq.it di Rinaldo Pozzi

    «Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine che dipingerai con il pennello venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua». Plock, città polacca sulle rive della Vistola, 1931. Suor Faustina Kowalska (1905-1938), poi canonizzata da Giovanni Paolo II il 30 aprile del 2000, riceve l’ordine da Gesù Cristo, durante una delle sue apparizioni: «Questa domenica deve essere la festa della Misericordia».


    «Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione – queste le parole annotate dalla Santa nel Diario voluto da Gesù stesso –. Concedo loro l’ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia. Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre».
    Una vita di sofferenze nascoste quella di Faustina (come le stigmate che portava), un’esistenza mistica durata 33 anni, segnata dalle apparizioni celesti (la Madonna, Gesù Cristo, Dio, gli angeli e i santi) e dalla lotta contro il demonio (che per lei nutriva un odio particolare) per strappare le anime dalle fiamme dell’Inferno.

    Sulle sue gracili spalle un compito imponente: implorare la Misericordia Divina per tutto il mondo grazie alle nuove forme di culto indicate dal Signore (l'immagine di Cristo con la scritta “Gesù confido in Te” e due raggi di luce che escono dal suo petto, la festa della Divina Misericordia, la coroncina e la preghiera alle tre del pomeriggio, nell'ora della sua morte) e con un nuovo movimento apostolico.

    Una promessa che si ripete anche oggi, 7 aprile 2013, Domenica della Divina Misericordia: «Chi si accosterà alla sorgente della vita conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia».

    Per ottenere questi doni, resi possibili dal calvario della Santa polacca, bisogna adempiere alle condizioni del culto alla Divina Misericordia essere in stato di grazia e ricevere degnamente la Comunione. Il quadro, oggi conosciuto in tutto il mondo, ma che Suor Faustina non ritenne mai all’altezza della bellezza di quel Gesù che continuamente le appariva, è strettamente legato al Vangelo di oggi, nel quale San Giovanni racconta l’apparizione di Gesù risorto nel Cenacolo e l’istituzione del sacramento della penitenza.

    Il Signore, consolando le lacrime della religiosa («Non nella bellezza dei colori, né del pennello sta la grandezza di questa immagine, ma nella Mia grazia») spiega il significato del ritratto: «Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime. (…) Beato colui che vivrà alla loro ombra». Attraverso questo dipinto Gesù promette a tutti la salvezza eterna, progressi nel cammino verso la perfezione cristiana, la grazia di una morte felice e tutte le altre grazie, se chieste con fiducia.
    Con i grani del rosario si può invece recitare la coroncina alla Divina Misericordia, dettata da Gesù a Santa Faustina nel 1935 a Vilnius (offrendo a Dio Padre «il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità» di Gesù Cristo per implorare misericordia per i propri peccati, del prossimo e del mondo intero).

    Per tutti questi motivi, la Chiesa di Santo Spirito in Sassia (centro di spiritualità della Divina Misericordia ufficialmente istituito dal Cardinal Ruini nel 1994) è in preghiera dalla veglia iniziata ieri sera.
    Non è da escludere che Papa Francesco, devoto di Suor Faustina, la ricordi durante il Regina Coeli e magari faccia addirittura una visita nella Chiesa a due passi da San Pietro, infrangendo il protocollo, secondo il suo stile.

    Nel suo Diario la Santa, tra le terribili pagine dei suoi sei quaderni, ci regala infatti un episodio simpatico che ha a che fare con Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, di cui fa parte anche Papa Bergoglio. Nel luglio del 1935, il giorno in cui si festeggia il Santo, Suor Faustina, pensando a tutti gli ostacoli da superare per la fondazione della nuova congregazione lo rimproverava nei suoi pensieri («come può non venirmi in aiuto su questioni così importanti?») fino a quando, a un tratto, lo vide apparire sull’altare. «Figlia mia – le rispose il fondatore dei Gesuiti –, non sono indifferente alla tua causa. Questa regola si può adattare…». E indicando un grosso libro scomparve.

    mercoledì 3 aprile 2013

    Il Canto nella S. Messa

    Nella Liturgia, soprattutto nella Santa Messa, ogni cosa ha la sua importanza e la sua ragione d’essere. Il canto liturgico, assieme ad altri elementi – quali i gesti e le posizioni del corpo -, aiuta la persona ad entrare in un’atmosfera che la conduce al di là delle contingenze puramente terrene ed umane. Quando, infatti, durante una celebrazione liturgica si esegue un canto, i sensi vengono toccati in modo da muovere l’affettività e la fantasia.
    Il canto è prima di tutto una preghiera e, come tale, esige un profondo raccoglimento interiore ed un umile atteggiamento di fronte a Dio. Questo impegno è concretamente facilitato da una buona preparazione, che deve essere anzitutto interiore, perché il cuore sia disposto alla preghiera; poi esteriore, in modo che cantori, strumentisti e ogni altro animatore svolgano il loro compito primariamente preoccupati del servizio di lode. Occorre evitare che un’insufficiente preparazione finisca per concentrare talmente l’attenzione sugli aspetti tecnici, al punto da distogliere la mente e il cuore dalla preghiera comune.
    L’essere “segni” della presenza del Signore in mezzo al suo popolo richiede, inoltre, a tutti i cantori che il loro atteggiamento interiore si manifesti, anche esteriormente, in una vita cristiana improntata all’unità di fede e di carità con la propria comunità cristiana. La necessità di possedere una sufficiente competenza comporta, poi, la fatica di un continuo sforzo per diventare adeguatamente preparati a svolgere il proprio servi zio in modo che sia, da una parte, il più possibile degno del Signore, a cui viene rivolta la preghiera e, dall’altra, rispettoso verso i fratelli a cui si intende offrire un aiuto per pregare meglio.
    Evidentemente, come per ogni ministero ecclesiale, anche per il canto deve esserci una specifica attitudine: una voce, cioè, che – debitamente verificata ed educata – possa fondersi bene nel coro.

    La Costituzione apostolica “Principi e norme per l’uso del Messale Romano” offre, nel terzo capitolo, “Uffici e ministeri nella messa”, un quadro complessivo di come dovrebbe sempre configurarsi ogni assemblea liturgica e del servizio che il coro è chiamato a svolgervi:
    “Nell’assemblea che si riunisce per la S. Messa, ciascuno ha il diritto e il dovere di recare la sua partecipazione in diversa misura a seconda della diversità di ordine e di compiti. Pertanto tutti – sia i ministri che i fedeli – compiendo il proprio ufficio, facciano tutto e soltanto ciò che è di loro competenza, così che la stessa disposizione della celebrazione manifesti la Chiesa costituita nei suoi diversi ordini e ministeri” (n. 58).

    “Nella celebrazione della messa i fedeli formano la gente santa, il popolo che Dio si è acquistato, e il sacerdozio regale, per rendere grazie a Dio, offrire la vittima immacolata non soltanto per le mani del sacerdote, ma anche insieme con lui, e imparare ad offrire se stessi. Procurino, quindi, di manifestare tutto ciò con un profondo senso religioso e con la carità verso i fratelli che partecipano alla stessa celebrazione. Evitino perciò ogni forma di individualismo e di divisione, tenendo presente che hanno un unico Padre nei cieli e che, per ciò, tutti sono tra loro fratelli. Formino invece un solo corpo, sia nellascoltare la parola di Dio, sia nel pren dere parte alle preghiere e al canto, sia specialmente nella comune offerta del sacrificio e nella comune par tecipazione alla mensa del Signore. I fedeli non rifiutino di servire con gioia l’assemblea del popolo di Dio, ogni volta che sono pregati di prestare qualche servizio particolare nella celebrazione” (n. 62).

    È indicato chiaramente, innanzitutto, lo scopo del servizio del coro nella liturgia: cantare la fede cristiana. I cantori sono chiamati primariamente a professare nell’assemblea liturgica la propria fede: ciò coinvolge direttamente la responsabilità dei pastori nel provvedere alla loro formazione spirituale.
    Il coro, dunque, ha due precisi compiti “tecnici” per la liturgia:
    · funzione di guida nel canto;
    · coinvolgimento dell’intera assemblea in una più attiva partecipazione.
    Poiché il coro fa parte dell’assemblea, è evidente che anche la sua collocazione all’interno della chiesa deve corrispondere a questo principio. Benché quasi ovunque si siano abbandonate le cantorie poste sopra la porta d’ingresso o in tribune laterali, è opportuno che la posizione del coro faccia quasi da cer­niera tra i posti dei fedeli e il presbiterio, in quanto il coro fa parte dell’assemblea dei fedeli, pur svolgendo un suo particolare ufficio.
    A quanto abbiamo appena detto riguardo ai compiti e alle funzioni del coro, corrisponde all’intera assemblea di partecipare anch’essa al canto, senza delegare completamente questo servizio solo al coro, il quale, come abbiamo visto, svolge il compito di guida per il coinvolgimento di tutta l’assemblea liturgica. Ogni membro dell’assemblea non deve sentirsi, per ciò, esentato dal partecipare non solo con le risposte alle preghiere del sacerdote, ma anche a contribuire con la propria voce per manifestare l’unità dell’assemblea. Qualcuno potrà obiettare – di fronte a questa raccomandazione – di non avere una voce intonata o di non conoscere il repertorio dei canti… Nel primo caso, è bene almeno intonare sottovoce senza causare disturbo a chi sta vicino, nel secondo, è importante impegnarsi per apprendere i canti di un repertorio che – in fin dei conti – non è poi così vasto.
    Il repertorio dei canti

    Collegandoci a quanto appena detto, occorre sottolineare che la scelta dei canti dovrà orientarsi verso quelli che meglio favoriscano la partecipazione dell’intera assemblea. Parlando di cori, occorre ricordare ancora una volta che la loro partecipazione al canto liturgico non si limita ai canti a più voci. Anche il canto ad una voce ha bisogno del coro e dei suoi solisti, sia per inquadrare e sostenere il canto di tutta l’assemblea, sia per alternarsi con essa quando la struttura del canto lo richieda.
    In ogni caso, si pone il problema di una corretta scelta dei canti per la celebrazione. Bisogna tener presente: la funzione rituale (per esempio: rito della comunione, canto dopo il battesimo), la forma musicale (inno, responsorio, acclamazione), il repertorio conosciuto. Non sempre è possibile dare indicazioni precise: preoccuparsi della scelta è, però, già buon indi ce di serietà nell’approccio alla celebrazione. Scegliere, talora, può anche voler dire “decidere di non cantare”, sia per l’indisponibilità di materiali adatti (che potranno talvolta essere sostituiti dalla musica strumentale), sia soprattutto avendo a cuore l’equilibrio globale della celebrazione. Si dovrebbero così evitare alcune distorsioni che spesso ci capita di rilevare: per esempio, una prima parte della messa ricca di canti, e una liturgia eucaristica affrettata e povera; un “Santo” fin troppo lungo, mentre il salmo responsoriale è solo recitato; un canto ripetuto fino alla noia in qualsiasi rito, e in circostanze le più diverse; una celebrazione dove l’orecchio finisce per stancarsi di tante parole e suoni, mentre ha bisogno di giusti spazi di silenzio.

    È importante lasciare alcuni momenti di silenzio. Non occorre affollare di canti tutta la celebrazione. È, piuttosto, necessario scegliere i canti in modo che siano distribuiti con equilibrio nelle varie parti di cui è composta ogni azione liturgica: riti d’inizio, liturgia della Parola, liturgia sacramentale, riti di conclusione. In particolare, non si suoni mentre il sacerdote dice la preghiera eucaristica (come invece si faceva quando questa era detta sottovoce).

    Fonte: Vocazione.org, Padre Dermot Ryan LC