mercoledì 7 novembre 2012

come il "sale che non sala"

CREDENTI NON PRATICANTI 
come "il sale che non sala" 
da famiglia cristiana

Sono uno studente universitario. Da aspirante cristiano, pur con tutti i miei limiti e difetti, cerco di crescere nella fede, "in sapienza e opere". E credo che la Chiesa, intesa come comunità dei credenti e non solo come gerarchia, debba annunciare la parola di Dio e testimoniarla con l'esempio. Ora, la "nuova evangelizzazione" sembra quasi un tentativo per raccogliere altri adepti e riempire le chiese. Ma a dover essere evangelizzati non sono i non credenti, ma i credenti! Troppi cristiani che si definiscono tali senza saperne il significato. L'ignoranza religiosa è allarmante. Pochissimi leggono la Bibbia. Molti sono fermi a qualche passo imparato da bambini.
Ma come ci si può definire cristiani, cioè "seguaci di Cristo" se non si conosce il Vangelo? E come si può amare qualcuno se lo si ignora? 
Tempo fa, al termine della Messa, un fedele disse al parroco di non credere nella risurrezione perché -sulla terra non ci sarebbe spazio per tutti gli uomini-. Siamo al paradosso. Molti si confezionano la fede a propria misura. Accettano alcune verità e ne scartano altre. Ma il Vangelo è indivisibile. Né si può essere "cristiani a metà" o a convenienza.
Per non parlare dei "credenti non praticanti". Che è come dire "sale che non sala". Non si può evangelizzare se non si è già evangelizzati. E se non si dà testimonianza con la propria vita. La fede non è un insieme di norme e leggi, di divieti e punizioni. E', essenzialmente, libertà: - ama e fa' quello che vuoi-.
Non è solo il clero a dover studiare e approfondire la Bibbia, ma tutti i cristiani devono farlo. 
I fedeli laici non possono limitarsi a una preghierina la sera e alla Messa domenicale. Se si è ignoranti, non si può essere credenti.
Ma c'è da dire anche che molti preti guardano con sufficienza (non vorrei dire disprezzo) i laici. Né promuovono un loro ruolo attivo all'interno della Chiesa. E' importante formare "cristiani adulti" perché possano testimoniare la fede in luoghi e ambianti inaccessibili ai sacerdoti. Abbiamo bisogno di preti e fedeli preparati.E dobbiamo esigere di più da chi si definisce cristiano. Spero che la "nuova evangelizzazione" punti a far crescere i fedeli attraverso la conoscenza delle verità di fede, la liturgia, i santi e le grandi figure della storia della Chiesa.
Francesco -  Rieti

prossimamente la risposta di Don Antonio Sciortino a questa lettera.

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