lunedì 13 maggio 2013

Vogliamo essere...

Questa è la storia di un gruppo di giovani. Giovani qualsiasi, o forse no.
E' la storia di chi, negli anni che segneranno per sempre la loro vita, negli anni delle scelte, quelle che se non fai in questi anni non farai mai più, sono lì, a chiedersi, a chiedere dove "abiti", dove si trovi la loro felicità in questa vita.

Ed eccoli non soltanto a chiedersi, ma soprattutto a chiedere il senso della propria vita. A chi? A Colui che poi non così tanto tempo fa volle far loro il dono della vita, e che oggi viene loro incontro, nella quotidianità.
Questi giovani sono come tutti i giovani sono "in potenza", pieni di desideri, di sogni, con lo sguardo fisso al futuro, al domani. La loro esistenza è un fiorire di dubbi, di paure, ma anche di grande speranza.

Con il tempo e l'aiuto di chi ha imparato a camminare e ha scelto di donare la propria vita ai fratelli, imparano a guardare non solo "indietro per guardare avanti", ma anche in alto, all'Uomo che ha amato, e che ha amato veramente, "fino alla morte e alla morte di croce". E di lui si innamorano, lui cercano, lui bramano di imitare.

Non sono diversi dagli altri. Sono gli altri che mancano di coraggio, di domande, le grandi domande, mancano di desideri, mancano di vita. E loro desiderano, di imparare a viverla bene questa vita.
Questa fraternità segue Cristo povero e crocifisso sulle orme di San Francesco e di Santa Chiara di Assisi, o meglio, ci prova.. VUOLE farlo.
Francesco e Chiara gli vengono incontro, come due specchi di una chiesa che filtrano la luce divina, li aiutano con la loro vita a capire che per vivere una vita piena si deve essere semplici, amare Dio, il creato e gli altri partendo dalle piccole cose, dal basso.

Questa fraternità ogni anno, davanti al popolo di Dio, dice al Signore di voler essere una comunità di fede che ha l'Eucarestia come centro, il Vangelo come guida, la Chiesa come Madre e i poveri e gli ultimi come fratelli. 
"Voler essere". Non "che sarà".
E' questo che manca al mondo di oggi. La volontà, il voler essere. Il mondo pensa solo ad avere, ma questi ragazzi ci dicono che per loro è importante, hanno capito che è fondamentale essere, ed essere così. Cercatori di Dio.

In questa vita non vogliono essere "erranti", ma "pellegrini". L'errante è quello che va in giro tanto per andare, forse per vantarsi dei km percorsi e delle persone che ha incontrato. Il pellegrino ha qualcosa di più, un qualcosa che fa la differenza, la GRANDE differenza: la meta.
Questi giovani camminano, verso un luogo, verso una persona. Temono ogni giorno di perdere la strada, o di essere sulla strada sbagliata, ma camminano.

E allora, camminano guidati dallo Spirito... e camminano insieme, nella gioia di essere fratelli e figli dello stesso Padre.

Loro sanno di valere tanto, di non valere nulla di meno di tutto il sangue versato da quella croce.

Buon cammino ragazzi, fratelli. Il Signore è grande! E voi per me ne siete la palese dimostrazione.

P.S. E se perdete o credete di aver perso la stella, leggetevi queste poche righe di Edmond Rostand

Perdettero la Stella un giorno.
Come si fa a perdere la Stella?
Per averla troppo a lungo fissata...

I due Re bianchi, 
ch'erano due sapienti di Caldea,
tracciarono al suolo dei cerchi, col bastone.

Si misero a calcolare, si grattarono il mento...
Ma la Stella era svanita come svanisce un'idea.
E quegli uomini,
la cui anima aveva sete di essere guidata,
piansero innalzando le tende cotone.

Ma il povero Re nero, disprezzato dagli altri,
si disse: - Pensiamo alla sete che non è la nostra.
Bisogna dar da bere, lo stesso, agli animali-.

E mentre reggeva il suo secchio per l'ansa,
nello spicchio di cielo
in cui bevevano i cammelli
egli vide la Stella d'oro che danzava in silenzio.

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