mercoledì 24 febbraio 2010

La Vita è....BELLA!

Finalmente, dopo tanta attesa, venerdì 19 febbraio siamo andati a Firenze a vedere il film "Bella" del messicano Alejandro Monteverde.
Beh, che dire...sinceramente pensavo che fosse un classico film contro l'aborto, invece secondo me è un film che esalta la vita, in ogni suo istante... quando per puro caso viene portata via, quando prende sostanza nel grembo di una madre, quando viene vissuta...
"Bella" racconta la necessità di non sentirsi soli, abbandonati, di ridare parola al passato e alle vicende più o meno piacevoli della propria famiglia, la necessità di ritrovare e comprendere il proprio essere figli prima che genitori.
Questo film ha il pregio di farci intuire che i bambini sconvolgono sempre e comunque i nostri piani; quando arrivano, quando non arrivano e anche quando senza preavviso te li trovi davanti, in mezzo alla strada aprendoci un vuoto senza speranza. Queste vicende vissute da Josè, dalla madre e dalla cameriera Nina intavolano una riflessione complessa e delicata sul senso e sul valore della vita. Il prologo del film dedicato alla spiaggia che ritroveremo nelle immagini finali, avverte di questa condizione di limite con cui l'uomo stenta a fare i conti. " Mia nonna - ricorda Josè sulla sabbia - diceva sempre: " Se vuoi far ridere Dio, raccontagli i tuoi progetti". Il film prosegue dando prova di come non siano solo i programmi dell'uomo a "dare alla vita", ma anche altre forze gratuite e irrinunciabili.
Ciò che mi ha colpito è il fatto che Nina, quando scopre di aspettare un bambino, non rimane mai sola: qualcuno le tende la mano, non controlla l'orologio, lascia in fretta l'efficienza della giornata, lascia alle spalle tutto per un giorno intero mettendo la giovane davanti a tutto, perchè è la vita che viene prima di tutto!
Purtroppo questo il più delle volte non accade nella realtà...quante volte vediamo donne lasciate sole davanti alla scelta di affrontare o meno una gravidanza...
Se, invece, una donna nello stesso stato di Nina, senza un compagno che la ami veramente, sperimentasse su di sè tutta l'attenzione di cui ha veramente bisogno (come ha fatto Josè con Nina), forse potrebbe realizzare quel salto che la stessa Nina evidenzia a pranzo con Josè: dall'essere incinta ad avere un figlio.
Josè è davvero fondamentale per Nina, prova a mettersi nei suoi panni senza giudicarla, facendole sentire meno la paura e offrendole delle opportunità concrete.
Nina si fida dell'amico, la vita dentro di lei prende sostanza anche grazie alla vita che lei respira fuori di sè; e per Josè questa empatia totale è la possibilità di colmare almeno in parte il vuoto che si è formato dentro il suo cuore alcuni anni prima...un riscatto che dona la vita al corpicino che lui a suo tempo travolse.
Fondamentale è anche il ruolo della famiglia di Josè; è un esempio di speranza dove l'unione non è la perfezione, ma la gioia e il ringraziamento continuo di aver cresciuto figli giunti da "progetti" diversi, ma che ora lavorano insieme, si scontrano, si dicono cose con verità talvolta anche ferendosi, ma che si riabbracciano nell'imbarazzo e orgoglio dell'animo maschile.
Forse come è stato detto anche nel dibattito alla fine della proiezione, questo film non è da "Oscar", non è perfetto nei colori, nelle musiche...ma senza dubbio mi ha fatto riflettere, mi ha fatto capire che forse accanto a noi ci sono tante persone che potrebbero aver bisogno di noi per dire un sì alla vita. Credo che solo con il nostro esempio, con il nostro essere noi stessi, con il nostro credere che la vita è davvero bella, possiamo essere di aiuto a chi ci sta accanto.
Vi lascio il messaggio del Consiglio permanente CEI per la Giornata della Vita 2010
" Anche la crisi economica che stiamo attraversando può costituire un'occasione di crescita. Essa, infatti, ci spinge a riscoprire la bellezza della condivisione e della capacità di prenderci cura gli uni degli altri. Ci fa capire che non è la ricchezza economica a costituire la dignità dsella vita, perchè la vita stessa è la prima radicale ricchezza, e perciò va strenuamente difesa in ogni suo stadio (...) Proprio il momento che attraversiamo ci spinge a essere ancora più solidali con quelle madri che, spaventate dallo spettro della recessione economica, possono essere tentate di rinunciare o interrompere la gravidanza, e ci impegna a manifestare concretamente loro aiuto e vicinanza. Ci fa ricordare che, nella ricchezza o nella povertà, nessuno è padrone della propria vita e tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla come un tesoro prezioso".
SG

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