martedì 12 marzo 2013

i Temperanti..

La Temperanza è raffigurata come una figura 

femminile che impugna una spada strettamente legata da nodi, 

simboleggiante come essa non ricorra alla forza. 

Indossa una lunga tunica ed ha il capo coperto da un cappuccio.

Durante l'ultimo incontro la fraternità ha affrontato la quarta virtù cardinale, la temperanza. Abbiamo visto, aiutati dal Catechismo della Chiesa Cattolica in cosa consiste, come la temperanza moderi l'attrattiva dei piaceri e renda capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati [cfr CCC1809]. Ma anche come essa assicuri il dominio della volontà sugli istinti e mantenga i desideri entro i limiti dell'onestà.
Ci siamo chiesti come questi paroloni potessero dire qualcosa al nostro cuore, alla nostra vita. Cosa significa "beni creati"? Di cosa si tratta quando si parla di "limiti dell'onestà"?
Cosa vuol dire concretamente "orientare al bene i propri appetiti sensibili"?

Alla luce di quanto detto anche in merito al grande argomento della castità, del tempo che divora tutto, del cercare di prendere provvedimenti nelle nostre piccole "infermità", ecco un brano su cui riflettere...

Dal libro del Siracide (5,1-8)

Non confidare nelle tue ricchezze e non dire: -Basto a me stesso-.
Non seguire il tuo istinto e la tua forza, 
assecondando le passioni del tuo cuore.
Non dire:- Chi mi dominerà?-,
perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
Non dire: - Ho peccato, e che cosa mi è successo?-,
perché il Signore è paziente.
Non essere troppo sicuro del perdono
tanto da aggiungere peccato a peccato.
Non dire:- La sua compassione è grande;
mi perdonerà i molti peccati-,
perché presso di lui c'è misericordia e ira,
e il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
perché improvvisa scoppierà l'ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
Non confidare in ricchezze ingiuste:
non ti gioveranno nel giorno della sventura.

Attenti però a non giungere a conclusioni affrettate senza prima una dovuta riflessione. Per esempio l'ira di Dio è una categoria tipicamente presente in questi libri della Bibbia (sapienziali); non pensiamo ad un Dio esageratamente umano o dalle peculiarità umane. Il nostro Dio non è un Dio che aspetta un po', e dopo un po' si arrabbia e manda castighi perchè si è stufato (anche se forse ne avrebbe anche ragione): il suo amore, la sua pazienza e la sua misericordia sono sconfinati; è il suo amore della e per la libertà che ci permette di scegliere. Il male nella nostra vita c'è e basta, e quanto spesso lo scegliamo? Ma se noi impariamo a discernere il nostro bene dal nostro male (non quelli oggettivi, ma quelli della nostra vita), e impariamo a non "rimandare di giorno in giorno"(Sir), il tempo del castigo, inevitabile nella nostra vita, non ci coglierà impreparati.

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