CAMPO REGIONALE
26-30 DICEMBRE 2012
TORRICELLA
Udite
udite, dico a voi, gifrini
E fate
motto voi che siete amanti
del viver
fraterno e del santo di Assisi:
“Il campo
regionale è meraviglioso !”
Non è un esperienza, è un turbine, un concentrato di momenti preziosi come l’oro, da non disperdere nell’ambiente, da non lasciare alla polvere su qualche scaffale della vita.
Il tema di questo campo era: mi prendo cura di…
I cervelli
che l’hanno organizzato hanno pensato bene di partire dal principio, da Colui
che mai per nulla al mondo, si lascerebbe scappare solo una delle sue
pecorelle. Dio che si prende cura di noi, nonostante la nostra indifferenza, la
nostra arroganza, la nostra poca fiducia.
Cinque
giorni per ragionare, per imparare, per vivere senza paura di ammettere che
prendersi cura, significa partire da se stessi, mettere l’amore in ogni
relazione, sbagliando e ricominciando.
Suor
Stefania, ci ha regalato la consapevolezza che prendersi cura di sé è un po’
come rimettere in ordine la propria camera. Ci vuole accortezza, ci vuole
spirito di sacrificio, ci vuole costanza.
Ma se si
persevera ci si accorge che l’amore ti viene a cercare e ti spinge in luoghi
inattesi.
Alla luce
dell’amore tutto si trasforma, il difficile diventa
facile e la fatica diventa forza.
Tutto
questo non vi ricorda qualcosa?
“ Ciò
che mi sembrava amaro, mi fu cambiato in dolcezza d'anima e di corpo.
Noi ragazzi ascoltavamo e
senza accorgersene qualcosa di buono metteva il
seme.
Perché vedete, non importa quante
catechesi avete sentito. Ci sono parole che hanno bisogno
di essere ridette e riascoltate.
Chissà quante parole ripetute
avranno sentito i due genitori della casa famiglia Giovanni XXIII che sono
venuti a trovarci a Torricella. Eppure l’amore con cui il padre teneva in
braccio quel bambino, lo faceva diventare suo figlio, a tutti gli effetti
legato a lui dall’amore.
Scusate se ripeto troppe volte la
parola “amore” e “prendersi cura”, ma non riesco a trovare sinonimi validi che
possano rimpiazzare queste due espressioni.
Ora è la volta di Frate Francesco
Maria, assistente gifra.
“La vita in fraternità non è
facile se non si mette al primo posto la fraternità”. Mi pare fosse questa la
voce fuori campo che venne dal padre di uno di noi.
Ed è la sintesi perfetta di
questi giorni, ogni gruppo, ogni relazione, ogni azione che facciamo deve avere
come cardine l’amore per i nostri fratelli.
È questo che differenzia la gifra
dagli amici del bar.
Non ci siamo scelti, il Signore
ha scelto per noi, per il nostro bene. E noi siamo qui tutti insieme, per dirti
grazie.
Davide
Il dono più grande che Dio Padre poteva farmi era chiamarmi a seguirlo sulle orme di Francesco.
RispondiEliminaIo mi sento fortunato, custode di un dono così prezioso del quale non potrò mai ringraziare abbastanza e allora lo vivo con tutto me stesso, portandolo con me in ogni dove e mischiandomi insieme con i vostri volti e le vostre esperienze. Essere fratelli cosi, semplicemente, figli dello stesso Padre.
Grazie Signore