martedì 13 dicembre 2011

« Questa chiese Lucia in suo dimando / e disse: Or ha bisogno il tuo fedele / di te, ed io a te lo raccomando. / Lucia, nimica di ciascun crudele, / si mosse... » (Dante Alighieri, Inferno II, 92-96)

Dai «Discorsi» del beato Isacco della Stella, abate
Lo splendore dell'anima illumina la grazia del corpo
Mi rivolgo a te, che vieni dal popolo, dalla gente comune, ma appartiene alla schiera delle vergini. In te lo splendore dell'anima si irradia sulla grazia esteriore della persona. Per questo sei un'immagine fedele della Chiesa.
A te dico: chiusa nella tua stanza non cessare mai di tenere fisso il pensiero su Cristo, anche di notte. Anzi rimani ad ogni istante in attesa della sua visita. E' questo che desidera da te, per questo ti ha scelta. Egli entrerà se troverà aperta la tua porta. Sta' sicura, ha promesso di venire e non mancherà alla sua parola. Quando verrà, colui che hai cercato, abbraccialo, familiarizza con lui e sarai illuminata. Trattienilo, prega che non se ne vada presto, scongiuralo che non si allontani. Il Verbo di Dio infatti corre, non prova stanchezza, non è preso da negligenza. L'anima tua gli vada incontro sulla sua parola, e s'intrattenga poi sull'impronta lasciata dal suo divino parlare: egli passa via presto.
E la vergine da parte sua che cosa dice? «L'ho cercato ma non l'ho trovato; l'ho chiamato ma non mi ha risposto» (Ct 5, 6). Se così presto se n'è andato via, non credere che egli non sia contento di te che lo invocasti, lo pregasti, gli apristi la porta: spesso egli permette che siamo messi alla prova. Vedi che cosa dice nel Vangelo alle folle che lo pregavano di non andarsene: «Bisogna che io porti l'annunzio della parola di Dio anche ad altre città, poiché per questo sono stato mandato» (cfr. Lc 4, 43).
Ma anche se ti sembra che se ne sia andato, và a cercarlo ancora.
E' dalla santa Chiesa che devi imparare a trattenere Cristo. Anzi te l'ha già insegnato se ben comprendi ciò che leggi: «Avevo appena oltrepassato le guardie, quando trovai l'amato del mio cuore. L'ho stretto forte e non lo lascerò» (Ct 3, 4). Quali dunque i mezzi con cui trattenere Cristo? Non la violenza delle catene, non le strette delle funi, ma i vincoli della carità, i legami dello spirito. Lo trattiene l'amore dell'anima.
Se vuoi anche tu possedere Cristo, cercalo incessantemente e non temere la sofferenza. E' più facile spesso trovarlo tra i supplizi del corpo, tra le mani dei persecutori. Lei dice: «Poco tempo era trascorso da quando le avevo oltrepassate». Infatti una volta libera dalle mani dei persecutori e vittoriosa sui poteri del male, subito, all'istante ti verrà incontro Cristo, né permetterà che si prolunghi la tua prova.
Colei che così cerca Cristo, che ha trovato Cristo, può dire: «L'ho stretto forte e non lo lascerò finché non lo abbia condotto nella casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice» (cfr. Ct 3, 4). Che cos'è la casa, la stanza di tua madre se non il santuario più intimo del tuo essere?
Custodisci questa casa, purificane l'interno. Divenuta perfettamente pulita, e non più inquinata da brutture di infedeltà, sorga quale casa spirituale, cementata con la pietra angolare, si innalzi in un sacerdozio santo, e lo Spirito Paraclito abiti in essa. Colei che cerca Cristo a questo modo, colei che così prega Cristo, non è abbandonata da lui, anzi riceve frequenti visite. Egli infatti è con noi fino alla fine del mondo.

***

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio
Seppellimento del corpo di Santa Lucia 
(Siracusa, 1608)



I personaggi sono spinti nella parte bassa della tela: con un drastico contrasto tra il dramma e la banalità di un lavoro faticoso, in primo piano due brutali becchini seminudi, scavano la fossa che sta per accogliere le spoglie della martire. Tutta la metà superiore del dipinto è un immenso, misterioso spazio vuoto solcato da una nicchia, che incombe e torreggia sopra gli uomini, come un silenzioso e arcano destino.


Un vescovo presiede la cerimonia funebre dell’inumazione della giovane santa, pianta silenziosamente da un gruppo di amici: dall’ombra spuntano l’alta mitria e la mano alzata in segno di benedizione.


In primo piano giganteggiano le figure rustiche di due seppellitori, che sembrano sollecitare il vescovo a fare in fretta per poter concludere il loro lavoro. Soprattutto quello di destra, con le carni abbronzate dal sole, la schiena muscolosa e il profilo in penombra, contrasta fortemente con il delicato esile corpo della martire.




Non si vedono sangue, ferite o segni del martirio e tuttavia il corpo esanime di Lucia comunica un senso di straziante pietà, trasmessa agli amici affranti.

Buona festa di Santa Lucia, un abbraccio fraterno

i gifrini di Sinalunga

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