Quando ci si trova bene in un posto si usa dire: “ci si sente come a casa”. Questo per tanti motivi. Per l’accoglienza, l’ospitalità, la gente pacifica e cose simili. Detto questo, atterrando a Tel-aviv in Israele tutto farebbe pensare al contrario: controlli estenuanti, file, bagagli aperti… l’ingresso non è certo dei migliori. Eppure si sente che qualcosa ci attrae. Sul pullman l’autista non ci dà nemmeno la possibilità di salire sul monte Carmelo. Ma non importa, l’essere lì ci consola. Arrivati a Nazareth ben presto ci rendiamo conto che il canto del muezzin non bada a orari, neanche nella notte. Tuttavia non ci sono ancora lamentele da parte nostra… perché?
La risposta arriva presto, quando entriamo nella chiesa dell’annunciazione e di fronte a noi troviamo una grotta con un piccolo altare, ma con incise queste poche parole: VERBUM CARO HIC FACTUM EST! QUI il verbo si è fatto carne. E quell’hic colpisce come una freccia al cuore. In pochi secondi capisci che tutto è nato lì! Lì “per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”! E a questo punto l’emozione è difficile da contenere.
Poi di luoghi se ne passano tanti, ma quell’HIC rimane, e non ci si abitua mai. A lungo andare non dovrebbe fare più effetto…invece no!
Ho descritto un breve episodio che, però, credo possa riassumere quello che si prova andando in Terra Santa. Le parole che spesso sentiamo proclamare si fanno reali, diventano luoghi veri e tutto acquista un altro significato.
Ma, come in tutte le cose, neanche la Terra Santa basta da sola per vivere intensamente un pellegrinaggio come questo. Vedere semplicemente i luoghi è molto poco. Anche perché lo stesso Gesù ci ha detto che della stessa Gerusalemme non rimarrà pietra su pietra…quindi forse bisogna andare oltre ai semplici sassi. Ciò che ha dato sapore al pellegrinaggio è stato l’incontro con Dio attraverso la preghiera, la meditazione, l’eucarestia. Tutto questo rafforza il legame con questa terra perché tutto lì è nato! Per questo ci si sente a casa! Perché se nella nostra vita la preghiera, l’eucarestia sono essenziali, allora ci troviamo nella casa del nostro essenziale!
Penso che queste parole bastino. Le foto di questi luoghi si possono vedere dovunque, ma meditare sul Tabor, recitare i vespri sul lago di Tiberiade, pregare nel Getzemani, celebrare la Messa nel Santo Sepolcro sono attimi che rimangono impressi, perché marchiati con il fuoco di un’esperienza forte e di incontro con Dio.
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