Obbedire è sempre difficile, soprattutto quando questo porta ad una sofferenza personale.
Leggiamo attentamente.
"Roma, 11 settembre 2002
Carissimi,
spero di trovarvi bene o comunque ben fondati nel Signore, perché questo ci permetta di dire che va bene anche quando le giornate sono buie.
Vi manifesto alcuni pensieri sparsi [...]
Da questa mattina il giardiniere del Seminario Romano, dove sono ospite, sta potando la siepe: zac zac zac... Mentre prego passeggiando nel chiostro ogni zac mi si conficca nel cuore e mi provoca un leggero tremito. Mi rendo conto che il Signore sta potando anche me. Quel rumore me lo ricorda e mi fa un po' male. Poi guardo la siepe e mi rendo conto che man mano che il giardiniere avanza la siepe appare più bella e soprattutto pronta per la crescita. Allora mi consolo. Se mi pota è perché ho bisogno di perdere qualcosa. Non debbo andare a raccattare quello che mi toglie per appiccicarmelo testardamente addosso. Se mi spoglia è perché stia meglio dove vuole mettermi. Se pota è perché <>, come diceva Gesù. Riprendendo il salmo 126 posso dire: <>. Dobbiamo solo lasciar fare a Dio e abbandonarci alla sua mano.
Don Andrea Santoro, ucciso a Trabzon il 6 febbraio 2006
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