giovedì 1 dicembre 2011

Da un'omelia di Paolo Curtaz

Marco inizia così il suo vangelo: "Inizio della buona notizia che è Gesù Cristo". 
Significa riprendere in mano la buona notizia che è Gesù, farla diventare concretezza nelle nostre scelte, danza per la nostra vita.


+ Dal Vangelo secondo Marco 1, 1-8

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

  


Come Giovanni il battezzatore possiamo diventare profeti di Dio, aiutarci ed aiutare i fratelli a preparare la strada a Dio. 
I profeti non predicono il futuro ma interpretano il presente, ci aiutano a leggere la nostra vita in una luce di fede, a indovinarne la novità, a capirne il senso.
 Non è difficile vivere, è impossibile se non capiamo per quale strana ragione siamo stati messi al mondo. Superata la tentazione dei sempre presenti idoli della nostra vita (immagine di sé, carriera, denaro) che falsamente pretendono di riempire il senso di infinito che ci abita, ci resta un vuoto immenso di senso da colmare, il bisogno assoluto di capire e che Dio solo può colmare. 
Molti vi hanno rinunciato, hanno abdicato a pensare, a vivere, travolti dalla quotidianità. Dio non si scoraggia e li/ci raggiunge proprio nella quotidianità, diventando uno di noi. Accogliamo la profezia del battezzatore e dei tanti profeti che camminano - mascherati da uomini comuni - in mezzo alle nostre città sbiadite.
Non lasciamo che la profezia abbandoni la Chiesa, comunità dei cercatori di Dio, ma che sia sempre presente, anche quando è scomoda.

Paolo Curtaz
 
***

Ci sembrava bello condividere con voi questa riflessione di Curtaz sul Vangelo di domenica prossima, seconda domenica di Avvento, anche perchè è uno spunto molto attuale ed importante anche per una fraternità come la nostra, che proprio domenica si accingerà ad eleggere il nuovo Presidente e il nuovo consiglio. 
Che questa Parola dunque possa accompagnare chi guiderà la nostra fraternità nel suo nuovo percorso, sempre seguendo le orme di Francesco, piccolo pellegrino nelle vie Signore.
Un abbraccio,

I gifrini di Sinalunga.

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